sabato 28 luglio 2007

Il mondo del Tomo: Impero Russo

L'Impero Russo nacque nel 988 a.C., quando il Principato di Mosca si convertì al cristianesimo. Al potere vi era il principe Vladimir, che era un tributario dei tartari; quando poi ai tartari seguirono i Mongoli e quando infine anche i Mongoli perdettero il controllo della parte occidentale del loro impero i Russi divennero del tutto indipendenti, ma fu solo nel settecento che cominciarono a delinearsi come grande stato europeo, con Pietro il Grande, della dinastia dei Romanov.

Essi erano gli Zar, termine che derivava dal latino “Caesar”: detenevano potere assoluto sul popolo, e i contadini potevano addirittura essere venduti assieme con la terra. Questo mondo feudale si reggeva sulla sopportazione e ignoranza del popolo e sull'agiatezza dei nobili, preoccupati soltanto di preservare i propri privilegi.
Tuttavia, specie dopo le campagne napoleoniche, il malcontento cresceva, e quando il poderoso impero si rivelò essere un gigante dai piedi di argilla, incapace di dare risposte alla povertà imperante nelle campagne, e di ergersi ancora come grande paese nei confronti degli altri stati mondiali, come ad esempio nelle disastrose campagne in Crimea e nell'estremo oriente contro la gente di Yamato, scoppiarono rivolgimenti popolari e sommosse, che lo Zar represse nel sangue.

Fu durante la fine della terribile e sanguinosissima prima guerra mondiale che l'Impero dimostrò tutti i suoi problemi, e sembrò destinato a crollare in frantumi.
Nel Febbraio del 1918 (secondo il calendario russo) il governo degli Zar venne deposto da Lenin, e nelle campagne e nelle città operai contadini e soldati inneggiavano alla libertà, e scalzavano dal loro posto tutti i privilegi e i secoli di sangue che erano stati sgabello al potere dei nobili. Tuttavia le armate fedeli allo Zar, le cosiddette “Armate Bianche”, cominciarono una terribile guerra civile contro le Armate Rosse rivoluzionarie.

L'Obbiettivo dei generali Bianchi era non solo quello di riportare lo Zar al suo posto, che però nel frattempo veniva imprigionato e ucciso con tutta la sua famiglia, ma soprattutto quello di riportare in vita l'antico sistema di privilegi di cui erano al vertice. Di opinione diversa era però il generale Serjei Kutozov, che comandava le armate di stanza nel Baltico, insieme alla flotta. Bisognava riformare lo stato, ma non lasciarlo in mano ai pazzi rivoluzionari, che avrebbero senz'altro, a suo parere, distrutto la Russia.

Ad ogni modo le Armate Bianche non avrebbero mai potuto vincere la guerra e presto le cose andarono a loro sfavore.

La vera svolta avvenne quando un estremista comunista uccise Lenin con un colpo di pistola, mentre era in visita al Cremlino. Subito si formarono all'interno dello stesso Partito Comunista divisioni e intrighi, faide e giochi di potere, tanto che la pur forte e vitale corrente rivoluzionaria si impantanò nei suoi stessi gorghi. Ne approfittarono le Armate Bianche, che nel frattempo erano tutte passate sotto il comando di Kutozov, che sia grazie alla migliore organizzazione dovuta a generali esperti contro quelli per lo più inesperti provenienti dalle classi inferiori delle armate rosse, sia grazie alla fedeltà dei propri soldati, che negli altri comandanti avevano visto soltanto nobili che opprimevano il popolo, ma che in Kutozov vedevano un padre, e infine grazie a un nuovo tipo di motore funzionante a vapore, che consentiva di impiegare l'energia in modo tale da ottenere una forza lavoro sconosciuta anche alle macchine funzionanti a petrolio e benzina, che poteva essere applicata a macchine gigantesche e a cannoni spaventosi, nel giro di 5 anni, nel 1923, le Armate Bianche riottenevano il controllo dell'Impero, e l'8 giugno entravano a Mosca.

Le Armate Rosse vennero spazzate via e i rivoluzionari energicamente “epurati”, e allo stesso Kutozov fu offerto il potere. Infatti i Romanov sembravano estinti, e non c'erano altri che avessero il nome per ottenere la fedeltà dei sudditi.
Tuttavia si venne a sapere che una delle figlie di Nicola lo Zar era sopravvissuta al massacro, di nome Anastasia, e alla ragazzina fu consegnato l'Impero dallo stesso generale: egli non voleva il potere su di sé, e sapeva quanto questi gesti facessero breccia nel cuore del popolo.

Su suo suggerimento la nuova costituzione venne gentilmente donata al popolo dalla Zarina, e si eliminarono tutti i privilegi dei nobili che erano risultati così odiosi al popolo, come la schiavitù e la schiavitù per debiti, il servierato della gleba e il sistema antiquato e improduttivo del feudalesimo. I nobili, quelli che erano sopravvissuti, mantennero le loro ricchezze, ma alla carriera politica si poteva accedere anche dalle classi più basse: tuttavia la struttura dell'Impero rimaneva sostanzialmente a piramide, e basata sul censo, termine indispensabile per qualsiasi cursus militare o politico di prestigio.

Il popolo, stanco della guerra, accettò nuovamente i Romanov sopra di sé, anche perché le Armate Rosse, prive di controllo e di un personaggio forte al loro comando, si erano spesso e volentieri abbandonate agli atti più turpi e violenti.

Così il generale Kutozov divenne Consigliere Imperiale; grazie alla sua educazione e ai suoi consigli Anastasia divenne una delle migliori Zarine della storia della Russia, ed evitò anche opportunatamente l'entrata in guerra della Russia durante la seconda guerra mondiale, almeno finché i nazisti non invasero la Polonia, stato satellite della Russia, e minacciarono in seguito, nel 1942, lo stesso Impero, marciando fino a San Pietroburgo.

In quell'occasione i generali nazisti evitarono il disastro comprendendo che quella mossa avrebbe portato alla rovina il Reich, e scavalcando lo stesso Hitler, ormai impazzito e nelle mani del non meno folle Boorman, decisero per la ritirata: infatti i Russi diedero prova di grande coraggio e forza, e il loro esercito era forte e ben preparato.

In seguito il Reich si sarebbe autoepurato degli elementi più instabili, e autoproclamanto Quarto Reich, e avrebbe preso altre strade, a guerra conclusa; l'Impero Russo ottenne di invadere e di annettere la stessa Polonia, e grazie alle sua macchine a vapore ottenne anche di respingere i Babilonesi sul Mar Nero, ottenendo il controllo della regione.

Sotto la reggenza di Pietro IV prima e della nuova Zarina Anastasia II ai giorni nostri l'Impero conosce grande prosperità, e incoraggia le arti e il commercio, oltre a disporre di uno smisurato esercito che punta minacciosamente le sue armi cristiane (ortodosse) come ammonimento alla pagana Europa e alla terribile terra delle macchine a sud. Grandi ferrovie si estendono da un capo all'altro dell'immenso territorio, e dalla fredda Siberia al Pacifico ogni cosa funziona per mezzo di pesanti stantuffi e pistoni, tutti mossi dall'energia del vapore, come fu imbrigliata nel 1921 da un ingegnere polacco di nome Viktor Aljeschi: egli creò il “motore Aljeschi”, che con molte migliorie fino al giorno d'oggi muove ogni macchina e cannone nella grande Russia, come pure le possenti Potekim nel cielo, le navi volanti dell'Impero.
L'Impero Russo si estende dal confine con la Germania, dove un tempo vi era la Polonia, fino a Vladivostock a oriente, e comprende anche l'Alaska.

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