lunedì 2 dicembre 2013

Progetti. Il vuoto? Il futuro del fantasy.

Vorrei scrivere un'ambientazione (per un libro), diversa dal solito. Ascoltate queste mie vuote riflessioni.

AMBIENTAZIONE


Prendo spunto da Borges (e in questo, mi attiro la sua “ironia”; già lui aveva “profetizzato” di scrittori che “non sanno rinunciare a essere geni” che cadono nella trappola di scritti di altri “non finiti, o finiti male, insoddisfacenti” e credono di essersi “inventati la storia”, ovvero scrivono altri finali o racconti derivati di quelle originali), nella fattispecie, il racconto su “Tlon” (presente nella raccolta “Finzioni”, come proposta dalla Einaudi).

I caratteri principali:
  • non solo fisiologia (geomorfologia ecc) diverse, ma anche il pensiero... su Tlon sono idealisti (non vi è la possibilità di un nostro pensiero scientifico...) le cose esistono per concetti “ideali”, non viene avvertito il concetto di causa-effetto...
  • esempio: tre “scene” (torre di fumo, il campo che brucia, la cicca buttata) vengono viste appunto come tre scene separate, non si avverte la consecutio tra di loro
  • anche il linguaggio riflette questi aspetti: le frasi sono o cumuli di “aggettivi” e “aggettivi nominali” o di avverbi (“sono andato sulla luna” = “soffio-luce-pallido-veleggiante-cielo-movimentato-io-cosa-uomo”)
  • come si nota, non esiste un vero concetto del “tempo”: esiste un prima o un dopo, ma di fatto ogni azione (o meglio, “pensiero”) esiste contemporaneamente (in questo possiamo andare a darci una letta a Eliott e a Joyce) nel momento in cui è pensata/fatta
  • i ricordi del tempo passato non hanno un grande senso: anzi, possono essere inventati con molta disinvoltura
  • possono esistere addirittura “oggetti”1 che non esistevano e che nascono per convinzioni diffuse o ripetute. Ad esempio si può fare uno scavo archeologico dove non c'è nulla, ma dire a chi lo fa che “si pensa vi fossero antiche tombe” ed è probabile che effettivamente vengano trovati oggetti, come una maschera d'oro, un busto di pietra... che dipendono dalle aspettative di chi cerca, non da cosa c'è. In questo senso la storia può essere riscritta. Ovviamente questi “oggetti ideali” possono a loro volta ispirare altri “oggetti ideali” in una catena lunghissima...
  • questo, che non è altro se non “creare storie”, può prendere piede nella realtà e modificarla, tanto che alla fine del racconto Tlon è così reale che ha preso il posto della storia che conosciamo
Partendo da queste cose, ma per lo più per i concetti, il modo di pensare (cioè, il modo di capire come altre razze e altri mondi possono interpretare filosofia, comportamenti, realtà ecc), io mi pongo:
  • la dicotomia che deve esserci, anche per fini sia di trama, sia “moralistici” (non morale all'Esopo, ma nel senso di “senso della storia”) tra umani (estinti) e questo mondo
  • le creature fatate, sebbene guerreggino, amino, vivano e muoiano come gli umani, hanno però un concetto differente dell'universo: e qui non scadiamo nel patetico solito “buonismo del buon selvaggio” o “questi vivono rispettando la natura”, ma un confronto più radicale, tra il pensiero scientifico dell'uomo e il pensiero idealista delle creature non umane
  • come farlo è difficile, per due motivi: a) si rischia di diventare intellettualoidi, e bisogna invece tenersi dentro a canoni di letteratura d'evasione b) i motori delle azioni sono di solito: desiderio, vendetta, amore... se i fatati non la pensassero così, ma per esempio, si confrontassero su concetti inconcepibili, sarebbe un disastro
  • perciò il moti dell'animo saranno più o meno gli stessi, ma saranno i concetti di pensiero ad essere diversi (senza però scadere nel distopico/utopistico o semplicemente “il contrario di un uomo”)
  • facciamo qualche esempio: è accettabile la guerra come mezzo di espansione o di sfogo di dinamiche sociali interne, ma esistono concetti come l'onore della schiatta, la tradizione ecc, visto che non c'è un vero concetto del tempo? E le armi, la magia, insomma, ogni tipo di tecnica (anche artigianale) è concepibile ed esplicabile, senza il nostro metodo scientifico? L'idealismo porterebbe a un ristagno, a filosofi nudi che corrono nei boschi, o a un modo diverso di produrre il “necessario per vivere”?
  • I viventi devono vivere, infatti: se ai rapporti di causa-effetto, al metodo sperimentale, sostituiamo l'idealità, cosa otteniamo? a) un medioevo fantastico, cioè superstizioso e conforme a quello che noi ci immaginiamo fosse il medioevo? b) un'altra cosa?
  • Ho già parlato sopra dell'umanesimo, di come il “punto di vista” cambiasse la realtà (certo, la gente moriva di fame, il sole sorge e tramonta ogni giorno, ma non intendo questo tipo di “realtà”, ovviamente); nel “tramonto del medioevo”, quindi poco prima, c'era un'altra visione, che riassumiamo in “ludico-cavalleresca”. Questa visione informava di sé così fortemente l'uomo e la sua mente2 che quella era la realtà
  • perciò, rispondendomi da solo, se devo pensare a un mondo fantasy come quello che ho in mente, dove l'uomo è sostanzialmente estinto, la realtà dell'universo sarà geneticamente diversa dal nostro
  • il fantastico (e il fantasy) non sono dunque un tentativo di creare un mondo diverso (di farsi DIO), dove il punto di vista sopravanza totalmente la realtà? O meglio, dove la realtà ha così poca voce in capitolo da non riuscire a venire da dietro, toccarti la spalla e dirti “ehi, guarda che i cavalieri sono solo un ideale... nessuno salva le contadine in pericolo! E sono tutte dei cessi senza denti con la pellagra!”
  • (apro una parentesi: in questo senso le carrettate di realismo che a ondate cicliche si vanno inserendo nel fantasy [ciclico, perchè non è che Martin nasce dal nulla] è una specie di “ancora”: una colla che cerca di tenere vicino al “verosimile” questo punto di vista, perchè non vada troppo alla deriva... a non tutti piace, infatti, la “fantasticheria”. Anche se il concetto non è tanto da vedersi nella quantità di verosimiglianza [= vicinanza con esperienze/cose reali], ma quanto invece nella coerenza...)
  • Borges, illustrando Tlon, infatti, fa riferimento, almeno 800 volte, al concetto della “estrema coerenza di questo mondo, in tutte le sue parti”
  • Borges, poi, senza saperlo, in un certo senso prefigurava qualcosa che noi adesso possediamo: lui pensava a un'enciclopedia ideata da geni e sapienti di ogni scibile umano, nell'ombra, di generazione in generazione, che costruisse un mondo immaginario, ma vivo, il quale poi si sarebbe inserito come una sovrastruttura sul nostro mondo, fino forse, a soppiantarlo... vari “oggetti di Tlon” cominciavano a comparire sul serio (costruiti da amanti di Tlon? O generati dalla semplice possibilità che questo mondo potesse esistere?). Ma noi oggi abbiamo internet, o, per estensione, il “mondo virtuale”, che di fatto è: a) creato da noi b) vive ormai di vita propria c) crea a sua volta “oggetti ideali” nella nostra realtà, condizionandoci... e da questi condizionamento noi creiamo altri oggetti “virtuali” che poi finiscono in internet e da qui tornano fuori d) abbiamo creato cose come Hatsune Miku
  • quindi mi sta venendo in mente un'idea pericolosa: la gente del '400 si “inventava” l'ideale cavalleresco per poter vivere in un mondo “brutto”, noi ora non facciamo diversamente (anche se siamo molto più dispersivi e non crediamo più a teorie unificatrici... o meglio, a noi manca DIO, che era il collante da cui tutti derivava e in cui tutto si riassumeva [e lo rimaneva anche per un umanista]). Quello che ha disegnato, in maniera chiamiamola “ingenua”, Sword Art Online... è una prefigurazione del futuro? Del monto fittizio che prende definitivamente il sopravvento sulla realtà? Ma, come detto sopra, che cos'è la realtà, se non una finzione a sua volta?
  • (altra parentesi: quello che sta succedendo al concetto di “libro” è ben lungi da un banale passaggio a un nuovo media [mi riferisco agli e-book], è qualcosa di molto più profondo di cui nemmeno Steve Jobs ha capito profondamente il cambiamento. E il libro è stato per secoli [dal tempo dei monasteri, perchè prima era un Volumen, un rotolo, con caratteri e funzioni in parte diverse...] la base del pensiero occidentale. Non solo come “oggetto su cui si scrive e che si usa per tramandare il sapere”; ma anche come “concetto(filosofia, teoria delle idee, Freud e Jung)”. Il fatto che subisca un radicale cambiamento non è certamente privo di ripercussioni. Ma qui mi taccio...)
  • Però torniamo al libro (il mio, intendo): voglio creare una “filosofia” alternativa nei non-umani, che abbia come caratteristiche: a) sia riconoscibile come diversa b) non banale c) abbia qualche elemento deficitario: non sia cioè un'utopia d) l'eventuale componente data dalla mente umana possa essere un innesto “positivo”
  • di fatto, la sola componente che questo sia un mondo fantasy con arpie e centauri, è già di per sé una visione della realtà diversa... molto spesso il “giochetto” nei libri fantasy è il seguente: a) contadini, o nobili, quello che è... si ha nozione di un mondo “diverso”, ma di fatto i protagonisti non hanno mai visto un fauno b) non credono all'esistenza degli orchi, mettiamo, ma credono ai draghi (il che, filosoficamente, è assurdo: hanno draghi fiabeschi che girano sopra alle città ma poi si stupiscono della magia, dei lupi mannari ecc?) c) una grossa parte dell' inventio narrativa corrisponde alla scoperta del mondo fantasy assieme al lettore
  • ma se invece non solo non esistono umani (cioè, la “cosa” nella quale il lettore si identifica e che rappresenta il punto di vista “ovvio”, che consente o quasi obbliga al giochetto esplicato sopra), ma anzi le creature sono tutte “altre” e, ovviamente, tra di loro non hanno considerazioni come “la magia non esiste”, il “gigante non esiste”, ma invece “l'umano non esiste”, cosa succede?
  • (idea nemmeno originale, come si nota, perchè, di fatto, nel Signore degli Anelli e ancora di più ne Lo Hobbit, i protagonisti non sono umani, ma, Hobbit...e parte del fascino del libro è proprio in questo: non esiste la “sospensione” della credulità, perchè noi respiriamo insieme a quei personaggi quello che è il loro mondo, non siamo, in parte anacronisticamente [o meglio, in modo “ironico”, nell'accezione greca del termine], gente che pensa come nella Terra del 2000 che si deve confrontare con un mondo fantasy [la posizione, in fondo “facile”, di chi scrive avvicinandosi al lettore, uomo del 2000, a cui cerca di far “scoprire” il fantastico]. Non cito neppure, poi, le infinite letterature basate su Marte, vero e proprio “mondo gemello della Terra”, ma del tutto diverso, dove sono invariabilmente i terrestri a essere l'elemento minoritario ed estraneo)
  • come detto abbiamo già ottenuto un diverso modo di pensiero, che informa e cambia la realtà
  • se nel mio mondo esistono umani, questi sono visti come “barbari” proprio perchè, oltre a vivere “nelle caverne”, ragionano da uomini: si costruiscono gli attrezzi, cercano una causa alle cose (la “causa-effetto” di cui sopra, che non necessariamente sfocia in scienza, ma a livello base, in “magia” [vedi Frazer]), di fronte a un problema cercano una soluzione basata sull'esperienza e sulla prova-errore... i fatati invece hanno caratteri fisici che li portano a non porsi nemmeno certi problemi (le arpie volano, non sono ancorate a terra, un uomo-ragno si arrampica sul soffitto, oltre al fattore “psicologico” di avere otto zampe, che da umano non posso nemmeno immaginare), molti respirano magia come un pesce “respira” acqua (magia che non è quella dell'uomo, cioè dovuta alla ricerca di una causa, ma “magia del fare”, che se ne frega probabilmente anche delle leggi della conservazione della materia), non cercano la soluzione dei problemi nell'esperienza, perchè l'esperienza presuppone qualcosa di accaduto prima, ma per essi il “prima” diventa subito storia, mito, concetto. E' semmai una riserva di “visioni poetiche”, più che una “maestra dal passato” (d'altronde esseri che usano la volontà per creare... che cosa se ne fanno delle prove e degli errori?)
  • ciò non toglie che i fatati non conoscano dolore, angoscia, amore e morte
  • e che non abbiamo gli stessi sentimenti (desiderio, ira) degli uomini
  • mettiamola così: i fatati sono quello che sarebbe l'uomo se gli “ideali” avessero preso il sopravvento sulla realtà
  • ma non per questo sono cessate la guerra, la fame, le differenze sociali, la sofferenza... probabilmente i fatati non cercheranno tanto una “soluzione” in una causa primigenia (un peccato originale, un Dio generatore), ma quanto nel “adesso/ora” di una “consolazione” immediata. Di qui quello che noi uomini potremmo chiamare “a-moralità”, spietatezza o quel che si vuole: se il mio unico orizzonte è l'adesso, perchè non soddisfare i miei bisogni ora, e fine?
  • Di conseguenza immagino che i fatati siano molto più bellicosi, capricciosi e tutto quello che si vuole di noi umani
  • distruggono con la rapidità con cui costruiscono
  • sarebbe come trovarsi perennemente nel maelstrom delle invasioni barbariche: gente che corre di qua e di là facendo sempre guerra (e immagino che se tra di noi, che siamo tutti la stessa razza, il massacro è sempre stato facilissimo, non vedo come non potrebbe essere peggio tra razze diverse, tra sirene che abitano in mare e salamandre fatte di fuoco, tanto per fare un esempio...)
  • probabilmente gli umani erano l'unica cosa che regolamentava, in un certo senso, questo caos, proprio per il loro modo di pensare: ma decaduti questi... o forse i fatati conservano una specie di nostalgia per questo “ordine”, e i loro Regni e dinastie, per quel poco che durano, sono eco di quel mondo? Quindi, in un gioco di specchi, l'ideale (il mondo dei fatati) che ha soppiantato la realtà, a sua volta sogna un altro ideale (il mondo degli uomini)?
1 Perchè la realtà dipende dai “concetti”, o meglio, il modo di vedere degli abitanti è di questo tipo: facciamo un esempio... il concetto di prospettiva degli artisti dell'umanesimo e del rinascimento non era un semplice ritrovare misure e metro dell'uomo e della natura nella matematica, come che l'uomo si adeguasse a regole che erano proporzioni e numeri... è la natura e la realtà che sono imbrigliate, sagomate, “decifrate” [nel senso proprio del termine] secondo la visione dell'uomo.

2 E di fatto, che cos'è la realtà se non quello che vede e pensa l'uomo? Dopotutto siamo l'unica entità pensante presente: se ci fossero, mettiamo, solo conigli e sparvieri, gli uni mangerebbero carote, ma non penserebbero a capire da dove vengono le carote, e gli altri mangerebbero conigli, ma non si porrebbero il problema di dove sorge il vento che li sostiene... quindi non ci sono punti di vista, e forse, estremizzando, non esisterebbe nemmeno la realtà.

giovedì 14 novembre 2013

Scrivere e il suo contrario, ovvero non scrivere...

Salve a tutti. I tempi tra un post e l'altro diventano sempre più lunghi, ma so bene che qui non c'è nessuno ad aspettarmi, quindi non mi preoccupo troppo.
Come tornare a casa, aprire la porta e dire "sono tornato!", ma non c'è nessuno che risponde...

Ad ogni modo ho questo racconto fantasy tecnho pronto, lucido, splendente per voi.
Una scintillante storia che partecipò a un concorso e ovviamente (senza che venga neppure comunicato, ovviamente) non ha vinto (almeno credo, vedi il "tra parentesi" sopra).

Quindi io lo do in pasto a voi, o a qualsiasi cosa ci sia dall'altra parte del monitor!

Attenzione! Una storia di solitudine (per dieci righe), di prigionia, di tradimento! Di cui ecco la copertina:
E qui gli stratosferici link, per la produzione dei quali, e degli epub/mobi corrispondenti, ringrazio il sempre ottimo Giovanni Magno, che, nonostante i problemi e i tempi sempre peggiori, continua ad essere presente.
Ecco l'epub, e qui il mobi.

sabato 7 settembre 2013

Nuovi tentativi "realistici"

Salve, fantastici frequentatori di questo blog!
Oggi vi propongo un altro racconto "realistico"; sempre nel senso "non ci sono mostri, fatine ed elfetti"!
Il racconto, in maniera del tutto inquietante, si intitola "Stalker".
Vediamo qui di seguito la copertina:
E qui invece vi passo i links per la versione epub, cioè questo, e per la versione mobi, cioè quest'altro!
Mi raccomando, aspetto feedback!

domenica 25 agosto 2013

Un primo tentativo di racconto non fantasy...

In verità ci sono molti riferimenti al mondo dei videogiochi, dei MMORPG in particolare, nonchè dei cartoni animati (anime).
Qui di seguito (alcuni) riferimenti per una "guida alla lettura":

- che cos'è un MMORPG
- chi è Tomo Asama
- Madoka Magica

Bene! Sbrigati questi convenevoli istruttivi e propedeutici, vediamo la copertina!
E a questi link il racconto! Questo per la versione epub, questo per la versione mobi.
Mi raccomando... essendo un primo tentativo... ci tengo molto a sentire dei feedback!

p.s. come sempre ringrazio l'ottimo Giovanni Magno per la cura nella realizzazione delle copie digitali!

venerdì 9 agosto 2013

Finalmente!

Dekimashta!
Ho finalmente terminato la prima parte de "La Canzone di Hourì"!

Facciamo un pò di ordine e un pò di recupero dati; nel 2005 uscì il mio primo libro... "Tomotomopoppin"; il titolo avrebbe dovuto essere "I Fuochi di Hel", perchè Tomotomopoppin era il titolo della serie... quale serie? La serie che potremmo chiamare "del mondo dei sogni". Infatti a detta di Alice (Alice nel paese delle meraviglie, intendo) Tomotomopoppin vuol dire "mondo del sogno".
Dopo quel libro, che in seguito avrei definito come "prologo", uscì Hora's Oracle of Metallic Terror. Il primo vero volume.
Questo uscì in seconda edizione nel 2009.
In quella data io avevo già terminato il secondo libro, "Le luci di Efeso", ma una crisi letteraria mi condusse a mollare tutto.
Ero arrivato a un punto dove la trama era morte, la scrittura era devastazione, lo stile lago di acido.
Quindi, come sapete (se leggete questo blog, ovviamente), ricominciai dai racconti.
E il Tomotomopoppin parve morire... in realtà sia Sendo che Alice "resuscitarono" nei racconti, un bel pò diversi.
Anche l'ambientazione originaria morì e risorse diversa.
E quindi mi dissi: possibile far rivivere tutto?
O è solo illusione?
Non lo so.
So che ho appena finito questa prima parte, 208 pagine in formato A4, carattere 10. Che ci parlano del mondo di Babilonia, del mondo del sogno, di sacerdoti meccanici, di Sendo, di Abit e di Alice... spero di correggerlo in fretta e, soprattutto, di trovare un editore!
Sulla seconda speranza conto poco, comunque staremo a vedere!

domenica 21 luglio 2013

Pulizie di primavera molto in ritardo...

Per fare un pò di ordine ora metterò tutti i link ai racconti gratuiti qui di seguito!

Serie "marziana":

Questa è diventata quasi una "serie" e ovviamente dovrei finirla; mancano ancora due racconti, o forse tre... siccome è piuttosto strana in qualche misura sperimentale mi farebbe piacere ricevere dei feedback.

L'agente marziano; mobi - epub
Le città di marte; mobi - epub
Nekomata; mobi - epub

Sendril e Morbius:

Due scalcagnati approfittatori in un mondo piuttosto violento!

Il mangiatore di sogni: mobi - epub
Il calendimaggio delle streghe: mobi - epub

Tomotomopoppin (I Sette Serpenti) world:

L'ambientazione rivista del mio precedente libro (Hora's Oracle of Metallic Terror) e teatro principale di azione dove vorrei inserire diverse cose. E' anche l'ambientazione del romanzo lungo che sto cercando di finire (cioè La Canzone di Hourì). Altri tre racconti ambientati in questo mondo si trovano nel libro Il Giusto Ordine delle Cose (e sono: Il Giusto Ordine delle Cose, Automaton Doll e Superior Day).

Shibartz: mobi - epub
Il cuoco: mobi - epub

Miscellanea:

Spacchi di horror o giù di lì, ma più probabile punte di weird!

Il grande Vecchio: mobi - epub
Cinque chiodi: mobi - epub
Il ladro: mobi - epub

Tutto il resto è ovviamente sull'incredibile e fantasmagorico GIUSTO ORDINE DELLE COSE, che vi ricordo essere in promozione estiva a 1,99 euro!

Cercatelo su Amazon, Ultimabooks, Kobo, Feltrinelli e molti altri siti!

E non dimenticate Orizzonte degli Eventi e Il cavaliere del Fiocco che trovate sulle raccolte Nuove Storie dallo Spazio e Pegasus SF!

martedì 28 maggio 2013

Pegasus SF

Sci-Fi, una sigla che richiama navi spaziali, il nero profondo del cosmo, rotto soltanto dal pallido punteggiare di stelle.
In questa galassia di fuoco fuso metallico, vi propongo questa antologia:

PEGAUS SF

E non la propongo solo perchè ci sono anch'io!


mercoledì 15 maggio 2013

Sempre sulla "Canzone di Hourì"

Lo ammetto, mi ero sbagliato; dopo un pò di lavoro in realtà non manca più un capitolo, ma tre.
Difficile fare il finale di un libro; i lettori di Murakami ne sanno qualcosa!
Colpa mia che voglio finire con il "botto" a tutti i costi. Ci sono al momento due proposte di finale in ballo, una "forte", ma con forse non tutte le rotelle a posto, l'altra "moscia", ma forse più sensata (il medio sembra sempre più sensato, vero?).
Vedremo come andrà a finire...


Detto questo, vorrei essere in questa situazione:
Fantascienza pura, lo so...

mercoledì 1 maggio 2013

La canzone di Hourì

Come forse (non) saprete questo è il titolo del mio prossimo libro; fa parte di una saga "lunga" (io spero di no!); si tratta del primo libro, o meglio, della prima parte di un libro in due parti, per motivi di lunghezza eccessiva (e quindi di stampabilità) a basso costo...

Cosa centra ora? Oggi ho scritto il capitolo 25; in realtà sono 28 totali, ma fino al 27 erano già scritti... sì, vado anche all'indietro come i gamberi!

Questo significa che ne manca solo uno!

One more chapter to go!

p.s. e a luglio esce anche il nuovo filma di Miyhazaki: diretto da LUI. Kaze Tachinu. Googlatelo su wikipedia!

sabato 27 aprile 2013

Pareva che sarebbe arrivata la primavera, e invece...

Sì, ho messo "e" dopo la virgola nel titolo. Ma d'altro canto anche la pioggia fa pure parte della primavera. E questo mi salva, almeno per un pò, dall'allergia.
Oggi vi presento un racconto che ha due (anzi tre) caratteristiche: è piuttosto lungo ed è sperimentale. E in più è la "continuazione" di un altro. Cioè "Agente Marziano".
Io penso che potrebbe essere interessante. La parte di "sperimentazione" è tale non in senso assoluto: lo è per me... non ho mai scritto qualcosa di (semi) "giallo"!
E anche l'intrigo è piuttosto bizzarro.
Spero di avervi incuriosito... se così non fosse, ecco la copertina:
Come al solito ecco subito pronti e fumanti i link per lo scaricamento! Qui abbiamo la versione epub, mentre qui quella mobi!
Spero di poter continuare a contarvi nei miei pochi lettori: intanto torno a guardare la pioggia cadere...

martedì 9 aprile 2013

Le città di Marte

Dopo un bel pò torno a graziarvi con un mio racconto. Sono stato occupato, finora, nello scrivere "La Canzone di Hourì", il mio prossimo romanzo, ma nel frattempo ho trovato anche qualche momento per scrivere altre cose.
Questo racconto che vi propongo si intitola "Le città Marziane"; è fantascienza? Non è fantascienza? Che cos'è?
Mi sono ispirato alle "Città Invisibili" di Calvino; ma giudicate voi!

Un breve, bizzarro, riassunto:
"A un oscuro Messo di un potente Signore della Terra viene richiesto di descrivere le città di Marte; il compito è arduo, perchè le metropoli marziane sono più quello che non si vede di quello che è visibile. Non sono quantificabili in metri, architettura... e nemmeno in colori e racconti. O forse sono proprio un "racconto" vivente, dove però è il "non detto" la parte più vitale e interessante..."

Copertina dell'e-novel:
 Qui trovate i link; questo quello per la versione epub, e questo per la versione mobi.
Sappiatemi dire che cosa ne pensate!

venerdì 8 febbraio 2013

L'Agente Marziano

Ho pronto per voi questo racconto "lungo", che mi si è infilato tra i tasti della tastiera quasi da solo; nel senso che non avevo programmato niente del genere, ma, dopo aver letto una certa cosa (che è citata all'inizio del racconto stesso), ho provato l'impulso di scrivere queste pagine.
In poche parole: cosa farebbe un poco di buono che vive in una delle lontane e decadenti megalopoli di Marte se nella sua vita di "successo" piombasse in maniera assolutamente inaspettata una mocciosa che di normale ha ben poco?
Se avete la curiosità di scoprirlo, leggete!
Copertina:
I link per lo scaricamento sono i seguenti: questo è quello per il mobi e questo quello per l'epub!

Colgo l'occasione per ricordare che la mia distribuzione di racconti sotto questa forma è ovviamente finalizzata a "farmi conoscere" (e farmi leggere, si capisce); tuttavia serve, o dovrebbe servire, anche come feedback: quello che scrivo è decente? Piace? Fa venire invece voglia di correre subito al gabinetto?
Se avete commenti o proposte sono qui per ascoltare!

lunedì 21 gennaio 2013

Presentazione!

Martedì 5 marzo, alle 18, presso la sala Paladin del Comune di Padova, presentazione de "Il Giusto Ordine delle Cose".
Presenta Fabio Fracas. Presenzieranno anche i rappresentanti dell'EbookClubItalia.
Venite numerosi!