domenica 23 ottobre 2011

Scrivendo il primo racconto del nuovo corso: riflessioni da esaltato

caratteristiche del tempio del domani: - ideale del futuro secondo i sacerdoti - l'uomo macchina spogliato di umanità

tuttavia sembrerebbe una dimostrazione di ``muscoli'' pedagogici... il bizzarro e lo strano invece, almeno qui, non dovrebbero insegnare nulla... se esiste una allegoria, allora essa non è uno strumento di riflessione, ma di riconoscimento di archetipi comuni che fa vibrare corde sepolte. Non è una lezione su che cos'è il mondo o su cosa abbiamo perso ecc. Il post-moderno non ``insegna'', l'arte ha perso questa pretesa già da moltissimo tempo. Sono mostrate ``citazioni'', pubblicità, oggetti comuni elevati ad arte, ma arte non nel senso di ``significato'', bensì di simbolo. Racchiude il sentire, o il nocciolo inconsapevole, di una certa umanità (l'umanità occidentale), ne riflette con un frammento insignificante radici profonde (che però si annullano nel momento stesso in cui sono mostrate), ma non insegna nulla. Non porta riflessione. al massimo sgomento. orrore. o disagio.

L'immondizia, come cosa gettata, non utile, eppure piena di segmenti di vita (ricostruibili a posteriori?), diventa principessa di un mondo che non ha valori o insegnamenti. La vita è vita e si consuma, senza senso: il senso è il recupero di sè stessa in frammenti minimali, brutti, sporchi... si ribalta completamente la massima biblica ``... la pietra scarta dai costruttori è divenuta testata d'angolo...''.

Quindi, che cosa trasmette il Tempio del Domani? Orrore, stranezza, ma senza implicazioni filosofiche (che uno può vedere, se vuole). E' il frammento di un sogno distorto voluto dai Sacerdoti Meccanici, può arrivare ai limiti della distopia, ma non è il suo intento.