giovedì 4 novembre 2010

Nuovi progetti

Salve a tutti... nonostante io non abbia ancora finito di correggere il libro che tutti state aspettando, mi sono ``imbarcato'' in due nuovi progetti.

Il primo è il mio nuovo blog di Warhammer (eccolo!); in questo luogo posterò foto di miniature dipinte, report di battaglie e tutto quello che concerne questo mondo violento.

Il secondo è un gruppo su facebook: è un gruppo particolare (che al momento è ancora "chiuso", per manutenzione), dove intendo "pubblicare" (ma forse è meglio dire "buttare in pasto al mondo") la vena narrativa di chichessia abbia voglia di cimentarsi con questa pratica.

Io personalmente conto di inserirvi i vari racconti che sto sviluppando su Solomon L.

Chi è? E' un vecchio personaggio che avevo creato per dei racconti, circa 10 anni fa ormai. L'idea di base non era male, ma ora sono arrivato a pensarne di nuove, e proprio barbine. Quindi vedremo che cosa ne uscirà...

martedì 12 ottobre 2010

La nuova lunga assenza...

Dopo moltissimo tempo mi ritrovo a scrivere ancora sul mio blog... le ultime notizie davano trionfalisticamente finito il secondo episodio del Tomotomopoppin. In realtà mai affermazione è stata più lontana dalla verità: a causa di incomprensibili lunghaggini nella correzione del manoscritto (nonchè di pesanti ripensamenti dell'autore, cioè me stesso, mentre correggevo a mia volta il già corretto) una sua pubblicazione è ancora lontana.
Tanto più che mancano ancora qualsivoglia sorta di immagini e altro...
La situazione è un pò problematica: tra il lavoro e altro non è facile portare avanti questo progetto da solo (considerando poi quanti altri ne ho in mente, che non riesco a far uscire fuori!), perciò c'è una sola cosa da fare... portare pazienza. L'autore per primo, naturalmente.
Nel frattempo avevo anche cominciato a scrivere il terzo episodio... come avevo scritto. Avrei potuto in effetti andare avanti con "le piccole narrazioni di come scrivo il mio libro", ma, dovendo appunto correggere il secondo episodio, non ho potuto scrivere il terzo, e così...
Ma speriamo bene!

lunedì 17 maggio 2010

Weekly update 8

Buongiorno a tutti! Nonostante il secondo libro sia ancora in correzione, impaginazione e alla ricerca di un'illustratore/trice ho già messo mano al successivo.
Ho scritto ben 18 pagine! Questa volta non ho inserito il riassunto dei volumi precedenti; ho trovato fosse più fluido, e meno noioso per me da scrivere, inserirlo nel corpo del testo, nel tessuto della narrazione, del primo capitolo... abbiamo iniziato, come è mia consuetudine, con personaggi secondari, che centrano e non centrano con la storia principale. E' una specie di "volo di avvicinamento"; si parte da lontano e si torna pian piano alla storia principale.
Il riassunto e la ripresa dei fili della narrazione sono affidati ad Ayane, scontrosa come sempre, e in larga parte a Parvaneh, in modo tale che possiamo avere un'opinione di prima mano su cosa ne pensino queste due di tutta la complicata faccenda in cui sono invischiate: loro due sono infatti quelle più posate e riflessive, e quelle che conservano ancora un minimo di razionalità. Era importante sapere che cosa ne pensassero!
Ah, il titolo dell'episodio 2.2? Per il momento è un provvisorio "Academy of Magic".

domenica 9 maggio 2010

Weekly Update 7

Un grande annuncio oggi! Con il 37° capitolo, intitolato "Legami" è finalmente concluso il secondo episodio del Tomotomopoppin "Ephesian Rapsody"!
Gioite!
Dopo infiniti anni di ripensamenti, voglia di mollare, tristezza, improvviso entusiasmo morte e sangue, finalmente questo che è il mio terzo libro vede una fine! Quante volte ho riscritto questo libro? Troppe, da averne perso il conto. Più di una volta ho pensato che non sarei riuscito a finirlo, che la storia di Alice e co. terminasse bruscamente qui... che non fossi più in grado di raccontarla.
Troppe scelte mi si affacciavano davanti, troppi fili che andavano in ogni direzione! Tanto è vero che quest'estate avevo deciso definitivamente di abbandonare il progetto... ma poi, cos'è successo? Non lo so: una mattina mi sono svegliato e ho capito che potevo... dovevo andare avanti! Quindi per prima cosa ho rimesso a nuovo il primo episodio e poi mi sono dedicato a questo secondo... ho cambiato la numerazione dei libri, ho diviso il terzo libro in tre, di cui questa è la prima parte e l'ho ribatezzato "secondo episodio".
Non è stato facile rivederlo tutto, ho tagliato e aggiunto molto... era in uno stato disastroso quando l'ho preso in mano! Era come la torre di Ehuresya, un completo disastro!
Ma ora è finito!
Ora dovrò "soltanto" rileggere tutto, dare le ultime pennellate, qualche cuscino colorato, controllare l'ortografia... e trovare dei disegni per la copertina, certo!
Ma il peggio è passato.
Se devo fare un bilancio adesso, devo dire che ne è valsa la pena; soprattutto per i miei personaggi, che mi sembra finalmente abbiano qualcosa da dire. E che non si meritavano di essere dimenticati e scomparire.
Se ci penso adesso, il personaggio che mi piace di più è Parvaneh (la cugina di Sendo). E' una giovane ragazza carina e timida, ma che sa trovare un grandissimo coraggio dentro di sè, forse proprio dalla stessa "normalità" che la contrappone a tutte le altre. Io faccio il tifo per te, Parvaneh!

sabato 1 maggio 2010

Weekly Update 6

Capitolo 35; questo capitolo si intitolava originariamente ``La parata''. In realtà però si parlava di questo evento in maniera molto cursoria, e soltanto come prefigurazione di un evento centrale che avrà luogo nel prossimo libro... perciò, visto il contenuto molto eterogeneo del capitolo, ho cercato un altro titolo più consono.
Sono arrivato alla soluzione di chiamarlo ``Situazioni complicate'', che fa il paio con ``Rapporti difficili'', capitolo 33. L'eterogeneità del capitolo infatti consiglia di mettere sotto questa etichetta i vari eventi che vi si svolgono, che vedono da una parte lo sviluppo di Erastos, dall'altra quello di Sendo, e in mezzo la solita confusione di Alice. E c'è spazio anche per Parvaneh! In realtà nella stesura originale di questo capitolo la ``cugina'' di Sendo aveva una parte molto più ampia, ma questo aveva portato a uno sbilanciamento molto accentuato nell'economia del capitolo.
Perciò ho eliminato molte parti, che mi riservo di recuperare più anvanti (o forse anche no, dipenderà dallo spazio e dall'economia del racconto). Cosa intendo per ``economia del racconto''? Si tratta di un fattore complesso: in soldoni il ritmo della narrazione è paragonabile al ritmo musicale. Ci sono dei momenti in cui il ritmo è più veloce, altri in cui rallenta, altri in cui è solenne o mesto ecc. Allo stesso modo la narrazione è ora più veloce e concitata, per le scene di azione (o nel momento di picco drammatico, quando, per esempio, si rivela un segreto o si scioglie un mistero, come è solitamente nei libri gialli), ora più mesta (tristi riflessioni, descrizione di ambienti), ora solenne ecc.
Ma non si tratta soltanto di un ``ritmo'' dettato dal ``veloce-lento'', è anche un ritmo composto di ``pieno-vuoto'' e ``lungo-corto''. Per esempio la spiegazione di come funziona il Tomotomopoppin è un momento ``lento, pieno e lungo'' nel senso che è denso di dialogo, non c'è azione, le rivelazioni non seguono un climax (nel senso, se non alla fine: per tutta la lunga descrizione del tomotomopoppin non vi sono picchi e cambi di ritmo, da lento a veloce! E' tutto ``piatto''), si parla di concetti molto lunghi, c'è un solo personaggio che parla e altri che si limitano a rispondere o a commentare mentalmente tra sè e sè.
Un blocco così denso non può certo essere ``infilato'' tra due blocchi veloci, come, ad esempio, un combattimento: la narrazzione diventerebbe simile a un grosso elefante con due gambine sottili sottili, come nei quadri di Dalì.
Quindi requisito principale, secondo me, di un buon ritmo narrativo, è l'armonia compositiva: ogni elemento deve incastrarsi l'uno nell'altro come un macchinario preciso, come un orologio svizzero, a tutte le scale, ovvero, dal singolo dialogo fino al capitolo che contiene il dialogo e altro ecc.
Quindi la parte con Parvaneh in questo capitolo, pur utile allo sviluppo dei rapporti e dei personaggi, era troppo pesante, sbilanciata, per questo è stata tolta da questa sede.
Infine una nota di colore: in questo capitolo abbiamo alcune interessanti rivelazioni sul libro costruito con il legno dell'Arca... nelle sue formule magiche scritte in forma di pianta, albero ecc. non si può non vedere un chiaro riferimento al manoscritto Voynich...

sabato 24 aprile 2010

Weekly Update 5

Eccoci ancora qui! Oggi si parla del capitolo 34 "La porta misteriosa". Non rivelerò di quale "porta misteriosa" si parli, in quanto al momento non è molto importante in sè; infatti il discorso su questo "magico oggetto" serve principalmente a far tornare indietro nel tempo con la memoria Sendo, e mostrarci qualche minuto di Dorothy.
Questi vecchi ricordi servono naturalmente a dare corpo e spessore alla storia, alle reazioni dei personaggi, introdurre, con anticipo, senza realmente parlarne, un elemento che servirà moltissimo successivamente (la "porta", no?) e si legano tematicamente al capitolo precedente.
Nella discussione della settimana precedente avevo puntato l'attenzione sul ruolo/funzione della nonna, che serviva da motore della storia: motore non solo di azioni, ma anche di sviluppo interiore. All'inizio di questo capitolo vediamo invece un Sendo ancora bloccato nel suo agire. Infatti non è ancora in grado di decidere nè di impegnarsi, soprattutto, nello spaccato di memorie, lo vediamo intento a vagheggiare un tempo infantile "dove tutto era magico". Dorothy gli obbietta che adesso si trova all'Accademia della magia... dove trovare un luogo più magico?! Ma lui non intendete "magia" in senso stretto. Ora, all'Accademia, soffre per le discriminazioni, si sente un pesce fuori dall'acqua... è precisamente il periodo dell'infanzia quello nel quale sapeva di essere sè stesso... dove la magia della scoperta di un mondo che non conosceva ancora era tutto, era il suo orizzonte... quindi Sendo è ancora fermo: non ha realmente camminato avanti per ritrovare sè stesso. Il "sè" adulto di oggi non si riconosce nel mondo, nelle azioni, nel modo di ragionare, negli eventi di ciò che lo circonda. Non lo sente come suo questo mondo.
Perchè non è riuscito a crescere? In realtà non penso sia male "sentirsi estranei" a un mondo "folle", a un mondo contorto e mai pulito, a rapporti interpersonali corrotti... è lecito, penso, sentirsi "diversi" se quello che ci circonda non risponde a quello che sentiamo. Il ritorno all'infanzia, a un momento cioè che ci appare libero e autentico, più semplice da comprendere, è molte volte quasi automatico. Questo discorso ha almeno un antecedente letterario importante: nel racconto La Chiave d'Argento di Lovecraft il personaggio torna all'infanzia (e al Sogno, si badi bene!) tramite un oggetto magico. Lovecraft venne molto criticato per questo racconto perchè non presentava il progresso positivista (che già allora scricchiolava, comunque: siamo nel 1926) di un uomo che, crescendo, ottiene il suo posto nella società come contributore al benessere comune, metteva su famiglia ecc. (vedi Dickens), ma tutto il contrario, la figura di un uomo adulto che cerca la sua realizzazione nell'infanzia, nell'irrazionale, nella "fuga dalla realtà" (che poi sia una "fuga" o meno, è da vedersi: fuggire nel Sogno, dal punto di vista del mio libro, non lo sarebbe senz'altro! Vedi la weekly update numero 3!).
Memore di questo precedente (ma ce ne sarebbero molti altri) non intendo dire che Sendo dovrebbe accettarsi nel suo sè odierno, per essere inquadrato nella società e produrre, invece di fuggire nell'irrazionale; infatti la completa e supina aderenza a una società solo apparente e gretta mi rifugge assolutamente (vedi infatti nel volume 0, la parte nel primo capitolo al manicomio; il dr Whitehouse sostiene che "questi pazzi devono essere ricondotti alla società per essere mariti, lavoratori ecc." perchè la loro follia non è una malattia, ma un fatto sociale, per lui è una ribellione all'ordine costituito!), quello che voglio dire è che il ritorno a un passato che NON RITORNA è altrettanto sbagliato, è come mettere la testa sotto la sabbia per non vedere. Quello che è necessario è ricomporre l'uomo di prima, l'uomo dell'infanzia sognante, con l'uomo di adesso: vivere nel presente, non nel passato, ma vivere consapevolmente. E solo nel Sogno l'uomo può trovare sè stesso.
Infine una nota di "colore": più avanti nel capitolo si parla di tutt'altro. Si vedono gli sgangherati tentativi di Alice e co. di venire incontro alle richieste della nonna, producendo un grande disastro. Oltre al alto comico presente in tutto questo, vorrei far notare un elemento stilistico. Ovvero il richiamo al mondo marino. Cosa centra il mondo marino, direte voi? Nulla, siamo all'asciutto infatti, solidamente dentro alla Torre di Ehuresya. La descrizione tuttavia del disastro magico occorso è stata pareggiata con descrizioni di ambienti acquatici; mi spiego: le similitudini e le metafore che descrivono la situazione creata dall'uso contemporaneo e scriteriato dei poteri di Alice e Ayane sono tutte state prese da esempi marini, arrivando a paragonare il salotto allagato a una "laguna tropicale". Questo secondo me rende bene l'idea del Tomotomopoppin: metafore colorite che richiamano elementi assurdi in un dato contesto, e che cambiano completamente la realtà tangibile, riproponendola fortemente distorta su di un altro piano, insomma, ri-proiettandola, attraverso un filtro (la chiave metaforica, in questo caso "il mare"), in maniera tale da ottenere un quadro fortemente diverso da quello originale. Anche in questo caso sono uso a mettere, qualche pagina prima, "prefigurazioni" di quello che voglio fare: infatti, mentre ancora la situazione è "normale", e mentre Alice e co. sono ancora prese nelle pulizie della torre della nonna, ho inserito diversi elementi "nautici" e marini, come il lampadario costruito con un grande timone e il pavimento tanto sporco da sembrare il dorso di una balena incrostrato di mitili.

sabato 17 aprile 2010

Weekly Update 4

Oggi parliamo del capitolo 33, intitolato "Rapporti difficili". Si tratta dei difficoltosi rapporti che si sono costituiti tra Saga e tutti gli altri: la nonna-bambina, infatti, è un potente motore di questa storia. Il suo continuo ripetere "ho dovuto agire, perchè altrimenti voi non sareste arrivati a combinare nulla" non è soltanto una verità all'interno della storia, ma è anche una verità a livello meta-narrativo.
Ovvero, anche l'autore, non solo Saga, si è accorto che senza un motore, senza uno sprone "adulto" e consapevole, Alice, Sendo e compagnia non avrebbero saputo dove andare a sbattere la testa.
Ecco dunque giustificata la presenza della nonna: come ci viene spiegato in questo capitolo potrebbe non essere compito suo guidarli in questa avventura (pare infatti che ogni generazione di Magus e La Ellu scrivano leggende che poi diventano favole nella storia del mondo, e c'è sempre qualcuno a guidarli... un pò come un Gandalf che fa da guida alla compagnia dell'anello), tuttavia essa ha voluto essere presente, anche perchè questa volta sono i suoi cari a essere messi in pericolo. Essa si presenta come collante di tutta una serie di avvenimenti passati (accennati nei vari capitoli, mentre qui si accenna agli oscuri avvenimenti che in precedenza hanno portato all'ascesa di Wotan) e contemporaneamente come motore attivo che da una certa forma agli eventi e li spinge verso una nuova direzione.
Senza Saga non sarebbe stato possibile far proseguire la storia.
Tuttavia questo rapporto che lei ha sia con la storia, sia con i personaggi (che ovviamente non sono da vedere come "personaggi", ma come "suoi cari" all'interno della narrazione) non è facile, anzi, il contrario: l'azione verso cui spinge, è un'azione violenta, è un contrapporsi e prendere decisioni contro l'Impero, i nazisti... tutti poteri assoluti, spietati, malvagi, che producono soltanto violenza e morte. Al viaggio (la quest) non inteso metaforicamente, ma "reale", come nel Signore degli Anelli, Saga oppone un "viaggio" diverso: ad Ayane che vorrebbe fuggire da Efeso, e lasciarsi tutto alle spalle, lei risponde che invece bisogna rimanere... il viaggio, la maturazione, il raggiungimento dell'obbiettivo è tutto interno.
Sendo deve imparare a non fuggire da tutto, Ayane a fidarsi degli altri, Alice a riconoscere sè stessa... come anche Erastos deve finalmente ricongiungersi con l'altro sè, che in questo momento è rappresentato totalmente dall'ombra della sorella che si porta dietro tutto il suo passato.
Ma portare su questa strada i suoi cari è fonte di sofferenza per Saga: perchè li espone ai pericoli, perchè lo stesso "muoversi" fuori dai confini di un sè che hanno faticosamente costruito negli anni è pericoloso... ... e soprattutto, in questa storia, i passi che conducono verso il raggiungimento della questa, sono gli stessi passi che possono portare indifferentemente verso la distruzione.
Come, nel secondo capitolo, la nonna disse ad Alice "devi andare", pur non volendolo, adesso deve agire direttamente perchè ciò avvenga. Nel caso di Alice rimanere alla casa nella palude è come dire "rimanere bambina", rimanere nel luogo (immaginario e mitico) dell'infanzia. Ma Alice deve crescere ed uscire da sè stessa. Sebbene là fuori la aspettino ogni sorta di pericoli.
Però la nonna disse anche: "vai, trovati degli amici, e vivi per loro"; non ci sono soltanto pericoli là fuori! La costruzione di un nuovo ego, un ego in relazione con gli altri, per cui vivere, da senso alla vita, secondo la nonna... questo è il primo viaggio, quello più spirituale che lei come motore della storia è chiamata a compiere. Che loro lo vogliano o no. Per questo lei può essere odiata dagli stessi a cui vorrebbe fare solo del bene! Ecco il perchè della frase "sono una nonna terribile" (e anche l'accenno alla Baba Yaga di Antonio: la Baba Yaga è la strega nel bosco per antonomasia... quella che nelle favole di magia, se vogliamo accogliere la lezione di Propp, soprasiede al rito di passaggio... al rito di passaggio all'età adulta, compiuto, nella favola, spesso tramite morte-risurrezione del personaggio): ma Saga non vorrebbe esserlo...
Tuttavia, spietatamente, e quasi più spietatamente con sè stessa, farà tutto quello che è necessario per assolvere il suo compito... poi sarà tempo e compito di Sendo, Alice... riuscire a prendere la strada con le loro gambe, a capire cosa fare, e cosa sia il meglio... a sciogliere quei nodi insomma che una guida può solo indicare, ma non risolvere di per sè: come Gandalf che ha accompagnato Frodo nella sua missione, ma Frodo l'ha portata a termine, imparando cosa era giusto e cosa no.

sabato 10 aprile 2010

Weekly Update 3

Oggi si parla del capitolo 32, intitolato, ovviamente non a caso, "Flatlandia". Immagino che questa parola sia nota a molti, ma per quelli ai quali ciò non risultasse altrettanto noto propongo due parole di spiegazione.
"Flatlandia" è il titolo di un libro scritto da Edwin Abbott Abbott, nel lontano 1884 (vedi link). La storia narra della vita di un quadrato all'interno di un mondo bi-dimensionale (quindi "flat"), governato da regole precise, assolutamente 2D. Ma un giorno una sfera, proveniente dalla terza dimensione, svela al povero quadrato che esiste ben altro al di là della sua ristretta capacità di percezione.
L'opera ha due anime, in realtà intimamente connesse: una matematica, pedagogica, e una satirica, di denuncia della società contemporanea, troppo divisa in rigidi compartimenti "sociali".
Cosa centra tutto questo con il capitolo 32 del mio libro?
Questo capitolo è un momento fondamentale dell'intera serie di Tomotomopoppin. Fin dal volume 0, e poi nell'1 e in varie occasioni nel 2.1 presente, vari personaggi dicono varie cose sul Mondo dei Sogni. Il filosofo platonico, lo gnomo di Burgoprofondo, il gatto del Cesshire... hanno tutti teorie molto diverse su che cosa sia "la realtà" e il sogno.
Ogni singolo personaggio possiede un'idea sua del Mondo dei Sogni, dettata dalla sua personale cultura, o, in ultima analisi, dalla sua apertura mentale, dal suo concetto, più o meno ristretto, di realtà e di pensiero (si veda ad esempio lo gnomo Gubbley nel volume 0, il quale vive in una società ristrettissima, non solo "fisicamente", ma anche e soprattutto mentalmente e culturalmente, dove non riescono neppure a distinguere un essere umano da una chiave inglese, e pur vivendo proprio dentro al Monto del Sogno non hanno idea di che cosa sia!).
Insomma, che cos'è questo Tomotomopoppin, come lo chiama Alice? E' un universo alternativo? E' il paese delle meraviglie? E' un luogo dove i sogni sono reali?
Ora finalmente la nonna ci spiega dall'inizio alla fine cosa sia veramente questo Tomotomopoppin: e l'esempio, la similitudine che utilizza per spiegarlo al suo uditorio composto da sciocchi è preso proprio da Flatlandia. Cioè il modo in cui gli esseri umani percepiscono la realtà è paragonato a quel mondo bi-dimensionale narrato nel libro: gli uomini vedono solo una parte della realtà, cioè quello che la loro percezione "2D" consente loro di vedere. Ma la realtà ha ovviamente almeno tre dimensioni, o 4 o 5... quindi il Tomotomopoppin, il Mondo del Sogno, non è un mondo alternativo fuori del nostro mondo, è il vero mondo, così com'è, ma non percepibile nella sua interezza dal singolo umano.
Una persona vede solo la realtà materiale e fisica, perchè solo questa riesce a percepire; il Sogno, il fantastico ecc. non sono invenzioni, in quanto esse esistono tanto quanto le cose che si possono toccare, ma sono collocate in una dimensione "sostanziale" diversa, più alta, così sottile e fine (nel senso di qualità) che non è percepibile dai nostri sensi. Solo nel momento del sogno, cioè quando dormiamo, è possibile perdere parte di quella rigidità mentale, di quel "velo" gravoso che oscura i sensi, che ci permette di vedere una parte di quel mondo... per questo viene chiamato "mondo dei sogni" e "sogno" il potere che usano i maghi e i Sette Serpenti... perchè nell'esperienza comune esso è visibile solo nei confini del sognare.
Ma non è un sogno, una condizione della mente umana.
Per questo Alice stessa non lo chiama mondo dei sogni, visto quanto è imperfetta questa definizione: ma non trovandone una migliore che potesse esprimere un concetto così vasto, ecco che si è risolta per l'assurdo "Tomotomopoppin"!

sabato 3 aprile 2010

Weekly Update 2

Questa settimana parliamo del capitolo 31 dell'episodio 2.1.
In questo capitolo, intitolato "Oscurità", la nostra attenzione si focalizza su cosa sta succedendo sullo sfondo, cioè all'insaputa e alle spalle dei nostri eroi.
Quando ho cominciato a scrivere questo libro, avevo pensato se non fosse il caso di farlo in prima persona, cioè con un "io" narrante (che poteva essere Alice). Ma a parte diverse altre considerazioni che mi hanno fatto abbandonare questa idea (in poche parole, non penso che per un libro di questo tipo questo artificio possa funzionare) una in particolare può essere espressa in questa sede. Se avessi utilizzato un io narrante avrei avuto un solo punto di vista (o meglio, due: quello del protagonista e quello del lettore): non avrei potuto fare cose come si vedono in questo capitolo, dove vediamo all'opera alcuni personaggi minori, come Ghebers il segretario del Preside dell'Accademia della Magia, e i Sommi sacerdoti di Babilonia intenti a tramare contro i nostri protagonisti.
Queste scene dal taglio "cinematografico" (stile film di serie B, con dissolvenza tra le varie scene) sono possibili soltanto con una "cinepresa" montata molto in alto sopra il set e non certo piazzata dietro gli occhi di un singolo personaggio.
Ad ogni modo in questo capitolo ci sono due temi distinti: da una parte i tramacci di Saga, dall'altra quelli dei sacerdoti. Quindi da una parte le prime mosse dell'Accademia, dall'altra, a Babilonia, quelle dei "nemici".
Nell'Accademia, come si è visto soprattutto nel capitolo 28, le cose procedono sa sempre secondo un noioso tran tran; anzi, come ha modo in quel capitolo di notare Sendo, quando lui era (non più di tre settimane prima!) a scuola, c'era un certo andazzo, un certo modo di vivere, che era quello che noi, che siamo fuori dalla storia, descriveremmo come "tipica storia da light novel" con commedia scolastica.
Insomma, ragazze tsundere (Dorothy), i soliti antagonisti spocchiosi, un protagonista imbranato, magia e distruzione... ma ora per Sendo tutto questo suona quasi ridicolo: è un pò come se si stesse dicendo: "attenzione, questo libro parla di commedia scolastica, ma solo alla lontana... tutto questo è superato"!
Infatti adesso è arrivata Saga, una delle fondatrici dell'Accademia stessa, e vecchi motori e ingranaggi riprendono a funzionare. Il Preside, presentato brevemente come "un vecchietto un pò tonto" comincia a far vedere qualcosa di ben diverso sotto la scorza; personaggi apparentemente "piatti" non lo sono affatto. Tutto questo è spiegato e filtrato tramite la figura del vanaglorioso Ghebers: per Ghebers ci sono certi equilibri. Lui è il Segretario, gli altri no, lui conta, gli altri no. Tutto funziona all'interno del suo piccolo mondo, come egli lo ha creato e lo vede.
Ma ora tutto viene rovesciato: pesino Mirina, che lui ha sempre considerato come un impiccio, una sciocca che non sa vedere dove si può trovare il modo di appigliarsi per ottenere successo nell'Accademia, si rivela essere ben di più all'interno dell'economia dell'Accademia stessa. Si ribaltano i valori, insomma: prima, in una situazione "normale", Ghebers era in cima alla piramide, ora, in una situazione di pericolo, Ghebers si trova in fondo.
Ne è lapalissiana immagine la stessa Saga: è la maga più potente del mondo, ma ha un corpo da bambina!
Nella seconda parte invece vediamo per la prima volta gli altri Sommi sacerdoti, oltre al vecchio amico Reva. C'è una descrizione di ambientazione che ho fatto in un modo che mi piace particolarmente, ovvero con tutta una serie di rimandi e accenni a "cose informi", entità antichissime, costruzioni precedenti all'uomo scavate da profondità abbissali.
E' trasparente il riferimento al caro vecchio pulp degli anni venti, da Conan a Lovercraft. In questo contesto di mistero e sospensione strani figuri, tutti mascherati, sono messi in scena.
I Sommi sacerdoti portano tutti una maschera, di giovane (mentre quelli di rango inferiore da vecchio); questo perchè essi sono "rinati" al mondo come esseri nuovi (e quelli di rango inferiore sono "anziani" che stanno per rinascere con la morte). Ognuno di loro ha maschere diverse e ruoli diversi: sovrintendono alle principali funzioni della vita imperiale, anzi, della vita umana. Ve ne è uno del Sogno, uno della Morte, uno della Violenza/Guerra... sono fatti nell'ottica della cara vecchia caratterizzazione dei cattivi secondo i canoni dello shonen manga più rinomato (e ritrito).
Questa scena offre l'occasione per spiegare alcuni buchi oscuri nella storia, soprattuto integra la spiegazione di Saga nel capitolo 26 del perchè i nazisti si trovassero a Babilonia, perchè i draghi del giardino avessero attaccato i villaggi ecc. In quel capitolo Saga ipotizzava che cercassero semplicemente Abit e che non si fossero fermati davanti a nulla, neanche a un fatto che avrebbe senz'altro richiamato l'interesse di tutto l'Impero, ovvero la distruzione di un intero Giardino! In realtà si scopre che la situazione politica nell'Impero è molto complessa, e ci sono diverse fazioni all'interno che tramano le une contro le altre... un altro mistero viene quindi introdotto, che ci servirà molto più avanti per portare in campo un fantastico colpo di scena (e già nel capitolo 30 ne abbiamo visti di colpi di scena)!
Da notare quando si parla di Beherooz: questo figuro compare in un capitolo a parte nel primo volume, durante l'attacco dei russi a Thampsacus. Ma la lunghezza del pezzo lo ha condotto a essere tagliato nelle successive revisioni. Qui viene richiamato perchè comunque serve, ma in nota si spiega di chi si sta parlando, altrimenti sembrerebbe la citazione oscurissima di un personaggio dimenticato. La parte tagliata del libro è già stata precedentemente uploadata su questo blog diverso tempo fa, e la si può trovare nella sezione "download".

sabato 27 marzo 2010

Weekly Update 1

Salve a tutti!
Da qui in poi verranno postati ogni settimana aggiornamenti su come procede la serie che tutti amiamo di più, oltre, forse, a informazioni sparse... di altro genere...
Ad ogni modo. Tema di oggi è: il secondo libro della serie di Tomotomopoppin. Come forse ricorderete la numerazione è stata modificata; il libro "I Fuochi di Hel" è diventato il numero 0, mentre "Hora's Oracle of Metallic Terror" il numero 1.
Quindi il prossimo libro della serie sarà l'epidosio 2. Tuttavia era sorto un problema: è ben nota la lunghezza del primo episodio, di quasi 400 pagine, per di più in carattere 10! Per rendere il tutto molto più agevole alla lettura l'episodio 2, che già minacciava di diventare un altro mammuth peggiore del precedente, ho pensato di spezzarlo in tre tronconi (tematici), ma consequenziali: quindi episodio 2.1, 2.2, 2.3!
Perciò il prossimo libro sarà l'episodio 2.1: il titolo è "Ephesian Rapsody". Il tema della storia vedrà l'arrivo dei nostri amici Sendo e Alice a Efeso, la città del ragazzo, dove incontreremo finalmente la sua famiglia. Ma non ci sarà neanche il tempo di un abbraccio, perchè sinistri poteri strisciano nelle tenebre...
Contemporaneamente sapremo anche che fine hanno fatto Abit, Ayane e Maruru dopo i fatti di Thampsacus; chissà che finalmente tutti i nostri personaggi non si ritrovino insieme!

domenica 3 gennaio 2010

Serata del 12 dicembre

Un breve riassunto della serata di presentazione del 12 dicembre, presso il Palazzo dei Servizi di Sedico.
Il noto storico e ricercatore locale Gianni De Vecchi, curatore di diversi libri che si interessano della storia del Comune e dei Paesi, nonchè interessato promotore delle iniziative archeologiche sul territorio, come per il sito del castelliere di Noal di Sedico, ha preso per primo la parola, presentando l'autore: Damiano Lotto, che già aveva collaborato con lo stesso De Vecchi nella realizzazione del libro sulla storia della Parrocchia di Libano, raccogliendo informazioni storiche presso gli anziani del Paese, autore di un libro "sperimentale", che si configura come prologo o "episodio 0" della serie del Tomotomopoppin, uscito con sigla editoriale MEF, e attualmente impegnato in un dottorato presso il Dipartimento di Archeologia dell'Università di Padova.
E' stato prima specificato l'argomento del libro, che parte da una rilettura in chiave "moderna" e fantasy, almeno all'inizio, della storia di Alice nel Paese delle Meraviglie, ma dal quale si discosta quasi subito, pur rimanendo Alice stessa la protagonista. Si tratta però non di un'Alice ancora bambina, ma adulta, che vive le sue avventure non solo all'interno del "Tomotomopoppin", come è stato ribatezzato il Mondo dei Sogni, ma soprattutto all'interno del nostro mondo moderno.
Ma è un mondo molto diverso dal nostro quello di cui si parla: infatti nei paesi medio orientali vi è un grande impero fondato sulla tecnologia, l'Impero Meccanico di Babilonia, e in Europa i nazisti hanno vinto la Seconda Guerra mondiale e ora sono i padroni. Un mondo quindi in larga parte distopico, che mostra, tramite il velo della fantasia, le paure (totalitarismi, predominio della macchina sull'uomo) del secolo appena trascorso.
La trama è molto complessa e ricca di avvenimenti, impossibili da riassumere, ma i temi principali del libro sono più semplici da indagare. Al di là delle avventure, del viaggio in luoghi misteriosi e incredibili, delle lotte spietate, una cosa accumuna i personaggi, molto diversi tra loro, ovvero una mancanza di fondo: si tratta di personaggi, a cominciare da Alice, soli. Alice stessa ha perso la famiglia, è stata per anni rinchiusa in manicomio, e anche tutti gli altri dimostrano la stessa carenza di affetti... carenza che vorrebbero colmare, ma a causa della loro diversità (Alice, che vede le cose del mondo in maniera "distorta" per il pensare comune, l'altro protagonista, Sendo, che appare un ragazzo normale, mentre in realtà non riesce a comunicare con gli altri, Abit, la ragazza che è macroscopicamente diversa, in quanto una Oni, un essere non umano in un mondo, seppur bizzarro, comunque a maggioranza di esseri umani) non sono accettati; l'intento del libro è quello anche di mostrare la possibilità di ricostruzione dei rapporti famigliari, il rapporto di fondo, basilare, su cui si basa la concezione dell'Autore, per questi personaggi.
Insomma, il raggiungimento di un centro di gravità non demolibile, il recupero di una dimensione interiore ed esteriore stabile, all'interno di un mondo frammentato, sia a livello distopico (ovvero un mondo dove sembrano dominare i "cattivi", vedi i nazisti), sia a livello interiore, in un gioco di illusioni e di specchi ben sintomatizzato dallo stesso Mondo dei Sogni e dal personaggio del Cappellaio Matto, un essere spaventoso che esiste solo all'interno degli specchi.
Dopo questa introduzione, è stata data la parola all'Autore, tramite una domanda su di un passo fondamentale del libro, ovvero la frase: "i sogni sono di chi li sogna, ma a volte essi vivono per sè stessi e sono più reali del vero". L'Autore ha quindi spiegato questa criptica affermazione, sostenendo come essa sia la chiave di volta della sua personale concezione del proprio libro.
Infatti, spesso, il genere letterario di tipo fantastico è relegato a "cosa da bambini", ovvero per menti che hanno bisogno di forti immaginazioni e fantasticherie per assumere dei concetti, cose divertenti, senza spessore, mentre i temi "alti" vanno veicolati solo attraverso opere che parlano di realtà esistenti. Premesso che una concezione dei bambini in questi termini è assolutamente fuorviante, perchè certo non sono "piccoli adulti imperfetti", vi è da dire che elementi fantastici sono presenti nelle opere di tutto il mondo fin dai tempi antichi, tanto per citarne una sola, l'Oddissea di Omero (rimando necessario, in quanto nel libro è ben presente il tema del viaggio, e il rimando al viaggio proprio di Ulisse, in mezzo a isole fantastiche e finanche all'isola di Circe). L'Autore perè rivendica al fantastico non solo la dignità di essere al pari di tutte le altre forme di scrittura, ma anche il compito altissimo di fornire un'inesauribile sorgente di elementi, forme, fantasie, che sono parte fondamentale dello spirito umano, e che possono veicolare i cosidetti temi "alti" in maniera a volte più efficace di altri sistemi. L'Autore non ritiene di aver scritto di elementi fondamentali per l'umanità; si è limitato a portare avanti i temi importanti che stanno a cuore a lui stesso, come la famiglia e la possibilità di unione tra gli esseri umani, tramite sogni ed epopee fantastiche, che in questo modo "sono più reali della realtà", perchè veicolano e spiegano le intenzioni dell'Autore in maniera più forte e incisiva che non fatti nudi e crudi, realistici.
Allo stesso modo il fantastico è qualcosa di cui tutti dovrebbero riappropiarsi (i sogni sono di chi li sogna), in un mondo moderno gretto e grigio, tutto dominato dalla TV, e, per dirla con Michael Ende, ormai prossimo a essere divorato dal nulla.
La serata si è quindi conclusa con un abbondante rinfresco e la dedica su molti libri per i presenti, numerosi, che hanno voluto avere una copia in anteprima. Una serata senz'altro riuscita, anche grazie alla calorosa presenza degli amici dell'Autore, qualcuno venuto fin da Padova per l'occasione, e pure per l'ottima installazione di luci e audio prodotta da Gianluca Da Rold, della XXXX Service, che, non solo per motivi di parentela, ma anche di amicizia, ha prestato le sue grandi competenze al servizio della buona riuscita della serata.
Un caloroso grazie è stato espresso anche nei confronti dell'amico Gianni De Vecchi, che, pur non essendo questo il suo genere e campo di interesse, ha voluto esserci e presentare il libro.
Un sentito grazie a tutti! E speriamo di riuscire a continuare...