martedì 5 aprile 2011

L'inferno dell'ispirazione: Tomotomopoppin Extended

Hi there! Nuove novità nuovose. Ho scoperto una cosa, molto brutta. Di non avere mai avuto idee mie per anni. Brutto, no?
Questo vuol dire che saccheggiata l'iniziale aria fresca delle idee deglialtri mi impantano sempre, perchè non so come procedere, nella palude delle menti altrui.
Il che tradotto vuol dire: non riuscire ad andare aventi con nessun libro.
Forse non tutti sanno che nel 1994 era stato prodotto un pseudo fantasy, abortito all'ultimo capitolo (su 15) di cui non ricordo neppure il titolo.
Nel 2000 circa "Gli orizzonti Perduti" si arenava a metà del secondo volume (per un totale di 300 pagine circa).
Nel 2007 il primo stop al Tomotomopoppin. Si parla del terzo volume. Esso, dopo essere stato scritto di getto fino a pagina 150, venne brutalmente abbandonato, non solo per "Mancanza di idee" (concetto sul quale tornerò tra poco), ma anche per "estenuazione". Non trovavo più divertente e interessante quello che stavo facendo.
Ne venne prodotta una seconda versione, abortita intorno a pagina 100. Poi una tera. Una quarta. E infine una quinta. La quinta versione è stata poi divisa in tre: ma anche la 3.1, finita, pronta per le stampe, è diventata improvvisamente agli occhi dell'autore "fango secco".
Quindi si è ripartiti da capo, nel dicembre del 2010, producendo 50 pagine, E nel febbrario del 2011, si è ricominciato ancora da capo, producendone 20 + 10 di glossario.
Ma è tutto nuovamente finito.
Cosa sta succedendo?
Torniamo al punto iniziale: mancanza di idee? No, le idee ci sono. Ma mi sono accorto che ne avevo così tante, e così tanto fantastiche, che non sapevo scegliere. E poi: possibile che potessi scrivere tutto e il contrario di tutto (nel senso che nelle due ultime versioni Alice è diventata persino armaiolo!)? Ogni storia, ogni personaggio, poteva combinarsi in mille modi differenti... cosa vuol dire?
Vuol dire che quelle che credevo fossero idee non erano altro che "blocchi" narrativi, o emozionali, parti di storie altrui che io, forse inconsciamente, stavo mescolando insieme. Ovvio che potessereo combinarsi in qualsiasi maniera. Erano blocchi, appunto. Come i LEGO.
Se fossero state idee sarebbero state un quadro unico, per quanto forse brutto, ma unico. E soprattutto mio. Un quadro del quale non avrei potuto stancarmi.
Ma che invece rivedendo... trovo ogni giorno più squallido.
Ah! Che tristezza. E dire che "andava quasi tutto bene"... finchè non mi è stato cominciato a dire... "ma che schifo queste cose..."! Fino ad allora credevo in quello che facevo... credevo di avere un "futuro", anche se non da eroe assoluto.
Invece non era vero.
Invece sono come tutti gli altri. Non sono uno che scrive libri. Sono uno che scrive carta su carta... perchè... perchè ci sono storie così fantastiche che non potevo assolutamente non viverle.
Farle mie.
E l'unico modo era riscriverle.
L'ho fatto.
Ma non ero io quello. Era l' "io" di altre persone. Non puoi diventare qualcun altro.
Quindi è finita. Ma invece che dire "non prenderò mai più in mano una (virtuale) penna", farò un'altra cosa. Siccome faccio soltanto pezzi di LEGO... siccome se qualcuno mi commissiona qualcosa da scrivere... lo faccio bene, di solito... allora, come un orcio vuoto, sarò riempito di cose che io evidentemente non ho.
La prima: le idee. Continuo a costruire astronavi spaziali con pezzi di altri.
La seconda: non so evidentemente legare insieme i pezzi. D'altronde, se mi avete seguito fin qui, è naturale. Difficile attaccare le parti del castello del drago nero con la stazione spaziale beta (sempre parlando di LEGO). Perciò non sono tagliato per i romanzi. Sarà così.
Eeeee quindiiiiiii... ta dan! Scriverò solo racconti. Frammenti di storie più grandi. Intagliate nel fuoco o nel ghiaccio, che bruciano e si spengono prima di diventare noiose... prima che manchino le idee.
Da ciò... Tomotomopoppin Extended.