lunedì 9 luglio 2007

Il mondo del Tomo: Yamato

La leggenda vuole che la gente di Yamato discenda dalla dea del sole Amaterasu: la sua gente sconfisse e assorbì le tribù Ainu, la gente dalla pelle bianca che abitava il paese nelle origini. Yamato è stata da sempre una terra bellicosa; quando ancora l'Impero Cinese doveva essere conquistato dai mongoli dal continente giungevano le filosofie e le dottrine del celeste impero... assieme alle arti vennero anche le arti della guerra.

Tuttavia nessuna religione riuscì ad attecchire tanto quanto attecchirono le arti marziali, e da subito quello che avevano imparato dai cinesi quelli di Yamato lo convertirono secondo le loro esigenze, dando vita al tipico spirito nazionale di questo paese, incentrato sul guerriero e sulle armi.

Fanno parte dell'Impero di Yamato la Corea e la Nuova Guinea fino al 142° parallelo, tutte acquisizioni ottenute durante la Seconda Guerra Mondiale. Questi due paesi sono sfruttati da Yamato come riserve di prodotti naturali, soprattutto agricoli. Successivi tentativi di portare guerra al Regno di Kublai e ai Regni dei Serpenti del Sud-Est asiatico si sono risolti soltanto con un inutile spreco di uomini e mezzi, tanto che ora il paese ritiene di poter ottenere molti più vantaggi grazie al dominio dei mercati econimici, che non in virtù di acquisizioni territoriali.

Il mondo del Tomo: Sud-Est Asiatico

Agli occhi di un Europeo questi regni appaiono come lontani e mitici, paesi di sogno e di mito, quanto particolarmente e fortemente caratteristici. Sono stati per secoli preda di avventurieri e terre infestate dai pirati, reami del passato carichi di oro e colonie effimere dei potenti regni occidentali... scrollatisi di dosso l'oppressione straniera non sembrano aver recepito affatto la debole penetrazione culturale dell'occidente, e sono rimasti mondi diversi e lontani, di cui si sa poco, nonostante questa sia un'epoca di globalizzazione e di viaggi aerei.

L'unico rimasuglio coloniale della dominazione olandese, inglese, spagnola e giapponese rimangono le Filippine, ancora colonia inglese. Della penisola Indocinese si conoscono i nomi caratteristici di quei paesi, dove il mito pone regni di maghi e città abitate soltanto di tigri, e terre di uomini serpente; sono la Birmania, il paese delle Tigri, la Thailandia, terra di stregoni, la Cambogia, culla di civiltà antichissime, il Laos, paese povero come pochi, il Vietnam, aspro e popolato di strane razze di uomini selvaggi, la Malesia, il paese dei serpenti, di cui fanno parte l'isola di Sumatra, il Borneo e la parte terminale della penisola, detta appunto "Penisola Malese". Più a sud le isole indipendenti di Giava e di Celebes, paradisi terrestri popolati da grandi draghi marini.

Durante la Seconda Guerra Mondiale Yamato aveva concquistato tutte le isole a sud della penisola, fino a Sumatra, e le truppe nipponiche sbarcarono anche nel Golfo di Siam. Non potevano infatti esservi ostacoli alla sua espansione nel Pacifico, dal momento che gli Stati Uniti si stavano allora riprendendo da una rovinosa guerra civile, e non era più nemmeno Uniti; quel paese che invece mise in scacco le armate giapponesi fu inaspettatamente la Thailandia, la quale non possedeva nè un esercito evoluto nè alcuna tecnologia all'avanguardia. Ma quello che avevano nel regno di Siam erano i maghi, e infatti l'intero paese basa il suo governo sul potere dei maghi oscuri. La gente di Yamato venne coinvolta in una logorante guerriglia isola per isola, condotta con armi rudimentali ma con l'ausilio di poteri occulti che scatenavano tempeste, facevano piovere fuoco sugli accampamenti giapponesi, creavano gorghi nel mare e facevano sputare frecce dotate di terribile potenza distruttiva dai semplici archi di legno. I giapponesi risposero con le bombe incendiarie e con la magia della loro terra, e in breve le giungle avvamparono di fuoco e di incendi spaventosi, mentre gli dei guerrieri e gli spiriti della terra assumevano le sembianze di mostruosi animali e devastavano ogni cosa.

Alla fine la guerra si dimostrò così improduttiva e logorante che non apparve opportuno continuare in quella maniera; l'Imperatore decise che invece di dominare quei popoli, sarebbe stato più fruttuoso fare come tutti gli altri grandi paesi occidentali, che si limitavano a distruggere i mercati dei paesi poveri con i loro prodotti e a impiantare fabbriche con manodopera semi-gratuita in quelle stesse zone. Era l'inizio di un nuovo modo di fare imperialismo, e il vecchio fatto di cannoni e di bombe tramontava con la guerra che finiva.

Nonostante così al giorno d'oggi tutti questi paesi siano indipendenti, sia politicamente che economicamente, le grandi multinazionali dei paesi più potenti cercando di dominare sempre di più questi mercati. Vi sono poi grandi contraddizioni: lungo le coste e nei centri urbani più importanti impera uno stile di vita dispendioso e moderno, e le città appaiono come moderni grovigli di cemento e di grattaceli, mentre appena fuori tutto è ricoperto di giungla e di montagne inaccessibili, e gli occidentali conoscono in fondo soltanto il limitato spazio che viene concesso loro nelle metropoli. Per cui nell'entroterra e nelle regioni appena fuori delle strade, proprio a pochi metri dalle piste che tagliano la giungla, sopravvivono intatti miti ancestrali e poteri misteriosi, e città che si dice non videro mai ombre di uomini finchè furono in vita, e poi sepolte nella foresta.

Vi è poi un altro fattore che contribuisce al mistero e all'impenetrabilità di queste regioni, ovvero che dove nel mondo si usa l'ingegno della meccanica e della tecnologia per far funzionare le fabbriche e i moderni comfort della civiltà moderna, in Thailandia soprattutto, ma anche di riflesso nei paesi vicini, le macchine non funzionano per mezzo della scienza, ma bensì grazie alla magia, che è l'unica forza lavoro riconosciuta laggiù.

Sebbene essa sia conosciuta anche nei paesi occidentali, il suo utilizzo per far funzionare le macchine è quanto di più assurdo si possa immaginare per le menti degli Europei, come pure di quelle dei Babilonesi e degli Americani; quaggiù invece viene impiegata con disinvoltura, tanto da poter supportare un forte sviluppo industriale e contemporaneamente non intaccare minimamente la struttura tradizionale della società di questi paesi.

Spesso la magia negli arcipelaghi e nelle giungle è però ancora legata a una società contadina e tribale, e dove non arrivano le industrie, ovvero appena fuori il limitare delle città, esistono sterminate distese di acque di isole e di foreste selvagge dove si compiono riti antichissimi e rituali spaventosi, e dove, si dice, esistano palazzi costruiti di ossa umane, abitati da tigri mangiatrici di uomini, e paludi nei cui fondali si fondano città di uomini serpente, e altre cose spaventose e inumane.

Il mondo del Tomo: Regno demoniaco di Kublai

Il Regno Demoniaco di Kublai è un immenso stato chiuso da potenti e misteriose magie, generatesi per mano di poteri sovraterreni nella notte dei tempi. Nessuno conosce cosa vi sia al di là delle nebbie profonde che circondano il regno, e della muraglia che sta al centro delle nebbie, che nessuno può attraversare.

Ogni sette anni gli abitanti del Kublai da secoli immemori accedono al mondo esterno, e portano oggetti e conoscenze da vendere al mondo di incredibile e misteriosa bellezza, per le quali non solo gli uomini più ricchi, ma anche molti governi mondiali sono pronti a spendere fortune inimmaginabili.

Molti hanno tentato di attraversare le nebbie e di conoscere il mistero, ma nessuno ha mai potuto accedere alla terra proibita, dove si dice abitino gli dei.

Il mondo del Tomo: Indie

Le regioni dell'India tra l'Hymalaia e l'Indo sono occupate dal regno del Re Poro, un misterioso quanto esotico paese dove gli occidentali, non sono in genere i benvenuti. Molte leggende di cascate d'oro e di foreste di smeraldi circolano nei salotti Europei di questo regno.

Invece le regioni orientali che stanno all'ombra del Pamir portano l'evocativo nome di "Regni Oni": tra le montagne coperte di foreste e i contrafforti della giungla emergono palazzi e templi esotici, molti dei quali abbandonati, e anche città sommerse dalla giungla. Ma potenti incantesimi impediscono alle città si sprofondare sotto il peso del tempo. Furono costruite dagli Oni, la misteriosa razza umanoide che seguì sulla terra la civiltà dei Rettiliani di milioni di anni, e che furono i primi a scoprire il Mondo dei Sogni. Sebbene gli Oni non siano affatto estinti, le città sono abbandonate: essi hanno un concetto diverso del tempo, e in base a complessi calcoli matematici sono convinti che il mondo sia diviso in ere ricorrenti. In ogni tempo è necessario abitare città e luoghi di un certo tipo, e così in effetti fanno, abbandonando le loro città anche per millenni per poi ritornarvi quando ritengono che le stelle siano nella giusta conformazione.
Molti poteri misteriosi avvolgono le rovine. Molti si sono recati in quelle zone selvagge per cercare tesori, pochi ritornano alla civiltà. E ancora più elusivi sono i luoghi dove ora gli Oni vivono realmente. In queste città essi abitano in maniera molto diversa dai loro cugini Armeni; qui essi sono ancora Re e Sultani, e il loro potere è immutato. Solo pochi uomini hanno potuto vedere i loro seggi di Pietra di Sogno.

Il sud e la zona centrale dell'India sono tutti governati più o meno direttamente da protettorati britannici (cioè in ultima analisi dal governo nazista), che agiscono sul territorio per mezzo delle Compagnie Commerciali, veri e propri "Vicerè" della Corona Inglese. Spesso tra i funzionari vi sono autoctoni; la popolazione è per la maggior parte Indù. Gli Inglesi di quaggiù tendono a ricreare le comodità e il modo di vivere della loro patria, e tutto questo si mescola all'esotismo di questi luoghi, contribuendo a creare il mito di una terra da sogno, libera dallo stretto e asfissiante controllo del governo nazista.

Il mondo del Tomo: Mongolia

La zona desertica e stepposa che si estende a nord di Kublai e a sud dell'Impero Russo nell'estremo oriente prende il nome di Mongolia, e vide nel passato sorgere potenti e immensi imperi di tribù barbare. Queste terre erano chiamate "terre dell'Orda", e l'uomo che le unificò fu Gengis Khan, che si diceva non avesse un padre umano, ma fosse nato invece dal fulmine.
Egli conquistò anche il Regno di Kublai, che allora era chiamato Impero dei Sung, nell'anno 1279 e suo figlio, il Kublai Khan, introdusse le arti e la scienza nelle dure cervici barbare del suo popolo dai veloci cavalli.
Poi il Regno di Kublai fu celato agli occhi del mondo (vedi prossimi post), e la Mongolia e l'impero delle steppe si disgregò in miriadi di tribù in lotta fra loro; al giorno d'oggi in Mongolia esistono numerose popolazioni nomadi, dedite soprattutto alla pastorizia, e vi sono poche città, che faticano a darsi una facciata moderna e industrializzata. Ogni tanto i pastori scoprono tra le montagne o nelle pianure rovine affioranti di antiche città di cui non si conosce il nome... si racconta anche di rovine non di pietra, ma di cristallo, abbandonate nel mezzo delle montagne, dalle quali i pastori si tengono saggiamente alla larga.
Si tratta infatti dei resti maledetti di Ilith, una grande civiltà che prosperò al tempo degli Iperborei, 130.000 anni fa. Allora gli uomini erano piuttosto dei, che non creature mortali, e rivaleggiarono con gli Oni nel dominio dei Sogni. Più tardi vennero altri regni e civiltà meno splendide Atlantide nel continente americano e di Mu nell'Oceania. Proprio i rimasugli degli Iperborei, a Ilith, combatterono sia contro i potenti regni dei Deva dell'India, con il loro Shura e Ashura, Oni e uomini delle origini, sia contro Mu signora degli oceani, e alla fine, presagendo la fine, scomparvero sotto terra, nel deserto dei Gobi, e di loro non si seppe più nulla.

O almeno, questo è quello che si pensava...