lunedì 9 luglio 2007

Il mondo del Tomo: Mongolia

La zona desertica e stepposa che si estende a nord di Kublai e a sud dell'Impero Russo nell'estremo oriente prende il nome di Mongolia, e vide nel passato sorgere potenti e immensi imperi di tribù barbare. Queste terre erano chiamate "terre dell'Orda", e l'uomo che le unificò fu Gengis Khan, che si diceva non avesse un padre umano, ma fosse nato invece dal fulmine.
Egli conquistò anche il Regno di Kublai, che allora era chiamato Impero dei Sung, nell'anno 1279 e suo figlio, il Kublai Khan, introdusse le arti e la scienza nelle dure cervici barbare del suo popolo dai veloci cavalli.
Poi il Regno di Kublai fu celato agli occhi del mondo (vedi prossimi post), e la Mongolia e l'impero delle steppe si disgregò in miriadi di tribù in lotta fra loro; al giorno d'oggi in Mongolia esistono numerose popolazioni nomadi, dedite soprattutto alla pastorizia, e vi sono poche città, che faticano a darsi una facciata moderna e industrializzata. Ogni tanto i pastori scoprono tra le montagne o nelle pianure rovine affioranti di antiche città di cui non si conosce il nome... si racconta anche di rovine non di pietra, ma di cristallo, abbandonate nel mezzo delle montagne, dalle quali i pastori si tengono saggiamente alla larga.
Si tratta infatti dei resti maledetti di Ilith, una grande civiltà che prosperò al tempo degli Iperborei, 130.000 anni fa. Allora gli uomini erano piuttosto dei, che non creature mortali, e rivaleggiarono con gli Oni nel dominio dei Sogni. Più tardi vennero altri regni e civiltà meno splendide Atlantide nel continente americano e di Mu nell'Oceania. Proprio i rimasugli degli Iperborei, a Ilith, combatterono sia contro i potenti regni dei Deva dell'India, con il loro Shura e Ashura, Oni e uomini delle origini, sia contro Mu signora degli oceani, e alla fine, presagendo la fine, scomparvero sotto terra, nel deserto dei Gobi, e di loro non si seppe più nulla.

O almeno, questo è quello che si pensava...

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