domenica 20 luglio 2014

Una recensione senza peli sulla lingua de "Lo Hobbit - La Desolazione di Smaug" - Seconda Parte (ma la desolazione è solo nel nostro cuore)

Torniamo ora ai nani che mentre si stanno riprendendo dal giro sul Colorado Boat incontrano il Robin Hood de noaltri, il beneamato Bard
Thorin è un vero Leader, uno che ci sa fare, decisionismo puro senza freni. Domanda per tutti i lettori, qual'è la prima cosa che chiedi ad un barcaiolo sospetto appena incontrato e di cui non conosci neanche il nome? Cibo, provviste e armi ovviamente!! E subito dopo rilanci con l'idea di essere contrabbandato illegalmente in città!!
Cambiamo scena e torniamo dai nostri amici elfi, di cui scopriamo la natura sempre più oscura. Il re è palesemente uno psicopatico, che tiene gli interrogatori nella pseudo sala del trono a cui fa partecipare il figlio psicopatico pure lui, più la super-elfa che entra subito in apprensione per la sorte del suo amato nano. Segue poi una raccolta di scontatezze direttamente dalla miglior scuola delle banalità che ci sia in giro, che si conclude con un guizzo di sana violenza gratuita da parte del re che sente il bisogno di aggiungere ancora un'ultima serie di banali idiozie.
Come era ovvio aspettarsi, la super-elfa plebea capitano delle guardie e fiamma del principe, ha impiegato circa 2 minuti per prendere la decisione di lasciare il suo posto e il suo dovere per correre a salvare un nano che ha conosciuto il giorno prima... tutto ciò ha incredibilmente senso... e il principe ovviamente deciderà di seguirla sbattendosene degli ordini del padre, ma soprattutto per placare la sua sete di sangue.

Ad ogni modo... l'Orco...aveste visto l'Orco! Sono proprio cattivi eh.. e ci tengono a far sapere agli elfe checche che li violenteranno tutti.

Gli orchi di Jackson spiegano agli elfi alcune cose sui loro piani: l'immagine è piccola perchè non vorrei offendere la sensibilità dei neonazisti in platea
E così, mentre a Mordor... no, scusate, nel reame elfico, si compiono le più efferate atrocità, nella città sul lago succede un altro film. Sì, passiamo alla rivolta sociale, al film di denuncia, alla spy story! Io ora mi pongo una domanda: era veramente necessario inserire il governatore squallido, il suo viscido secondo, la pseudorivoluzione proletaria? E un'altra domanda che mi viene di porre, ma secondaria a questo punto è: l'attendente del governatore passa il suo tempo al cancello a "bullare" i cittadini di passaggio o ha passato lì tutta la giornata solo per compere le palle a Bard? Ritengo più professionali i cattivi a contratto di The Expendables, che rovesciano i carri della frutta ai villici perché SONO CATTIVI.

In città scopriamo che il nostro Bard è per  l'autorità il pericolo numero uno, il grande sovversivo, il paladino dei giusti e degli oppressi, etc.... e per dare un sorriso a tutti facciamo entrare i nostri eroi prima dentro a barili pieni di pesci e poi direttamente fuori da una latrina, ovviamente per evitare la stretta sorveglianza del cattivo governatore. Se io fossi il governatore a questo punto impiccherei tutte le mie spie per le palle, perché nonostante avesse mezza città a sorvegliarlo Bard è riuscito lo stesso a far entrare in città illegalmente 13 nani e un hobbit. Altra piccola parentesi: dopo aver passato ore barili pieni di pesce e essere usctii da una latrina i nostri eroi devono amettere un profumo fantastico, di cui i membri della casa di Bard sembrano non accorgersi. Forse perché tutta la città puzza di pesce e merda?

Passiamo ora gli elfi-ninja, che dopo un breve quanto (come al solito) momento in cui si misurano le palle, ci tediano con un'altra badilata di banalità messe lì giusto per cercare di dare una qualche parvenza di tensione drammatica alla nosta super elfa. Con un risultato direi pienamente raggiunto.... Il povero Legolas cerca di spiegare alla nostra elfa che è una cretina e cerca di farla rinsavire, ma ovviamente voi pensate che possa prendere la decisione più sensata a questo punto? Noooooo, perché un ammmmore sterile e sconclusionato vale molto di più della sua posizione, della sua vita e del regno elfi ricchioni. E cerca anche di giustificare il tutto come una nobile crociata per la salvezza del mondo. A questo punto mi domando: Legolas si fa abbindolare come il pirla che è, oppure è semplicemente un nazista incrociato con un berserker di Khorne?

Propendo con la seconda.

Torniamo in città dove riceviamo un simpatico infodump dai villici, giusto per mettere sul binario giusto Bard e per ricordarci cosa sono venuti qui a fare i nani nel caso ce ne fossimo dimenticati. Ah, e per creare anche il solito inutile momento di tensione narrativa. Un piccolo appunto su questa parte: le spie del governatore non si sono accorte che Bard ha contrabbandato 13 nani e un hobbit fin dentro casa sua, mentre tutta la città ne era al corrente 5 minuti dopo grazie ai pettegolezze delle comari.

Una delle astute spie del governatore
Torniamo alla nostra allegra compagnia, che vistasi in difficoltà pensa bene introdursi nell'armeria cittadina e rubare le armi che gli servono. Direi che il regno di Thorin comincia proprio bene. Ovviamente a questo punto di mandi dentro con il gruppo che deve prestare più attenzione e ha il compito più delicato? Ovviamente l'unico membro ferito della compagnia che trovva altrettanto ovviamente il modo per fare casino. Ci sarebbe inoltre da chiedersi dove fossero tutte quelle guardie che sono sbucate 20 secondi dopo mentre gli stavano svuotando l'armeria sotto il naso. Altra cosa interessante è come i nani riescano sempre a finire arrestati e pure darsi arie in ogni occasione: direi che dichiararsi grande re sotto la montagna, chiamare in causa la profezia, etc perde un po' di valore dopo che sei stato appena arrestato mentre cercavi di inculare la robbaloro. E qui il nostro re mostra la sua grandezza cercando di intontire i poveri villici con un epico discorso... portandoseli tutte dalla sua parte per non si capisce quale motivo. Ma questo punto ci pensa subito Bard a congelare gli animi con un sano clistere di realismo. Bard, vecchio mio, secondo te la folla ascolterà una voce sensata, oppure le minchiate di un nano che puzza di merda arrivato da chissà dove?
No Bard, risposta sbagliata.

Thorin sventola quattro cambiali che puzzano di sterco di drago sotto il naso dei villici e quelli come zombie diventano subito i suoi lacché. Coraggio Bard, la prossima volta imposta la tua campagna elettorale sull'abrogazione dell'ICI, magari va meglio.

Il popolo, in verità, sembra molto, troppo contento di accompagnare fuori dai coglioni i 7 nani + 6 + 1 inutile Hobbit (ricordiamolo, sarebbe lui il protagonista: invece lo vediamo guardarsi in giro spaesato mentre Thorin si vomita scempiaggini addosso), tanto contento che appena svoltano l'angolo sputano in faccia al povero Kili rimasto a casa per un improvviso attacco di piorrea. Mi dispiace Kili, ma avevi il bollo scaduto.
Ora sono cazzi tuoi.

Ma noi ce ne fottiamo delle sequenze temporali e saltando di palo in frasca in continuazione come degli schizzati in crisi di astinenza dall'hashish andiamo a vedere le cose serie, la vera storia, il clou di questo film. L'arrivo alla montagna del drago. Sì, vero? Lo aspettavamo... e invece no: dopo due metri di sentiero di montagna li lasciamo lì per passare ad altro tanto non è mica la parte più importante del film questa. È estremamente più importate vedere cosa stanno combinando Gandalf e Radagast dall'altra parte del mondo, cioè nulla. Dopo una serie di epiche banalità Gandalf decide prudentemente di dare l'assalto a Dol Guldur da solo, ben conscio del fatto che ad aspettarlo ci potrebbero essere Sauron, i 9 spettri, l'orco più amato del nord e tutte le legioni del male. Ma lui è Gandalf, mica si preoccupa di queste quisquiglie. Ma della sorte di Gandalf a questo punto non ce ne freaga più un cazzo, perché è molto più importante vedere un gruppo di nani che si arrampica su per una montagna deserta. Io a questo punto sono un po' a corto di parole, peché non capisco se siano degli incompetenti o stiano seguendo qualche oscuro piano perché ce ne vuole a fare un casino simile con le scene e ammazzare sul posto ogni possibile coninvolgimento nell'azione. Volveno farci intendere che gli eventi stanno accadendo allo stesso momento? Ma perché adesso, quando per tutto il resto del film hanno completamente ignorato ogni forma di unità di tempo e azione?

A destra Aristotele dopo 1h di "Lo Hobbit" (per chi non lo ricordasse, questo signore ha scritto alcune righe circa l'unità di tempo e di luogo)
Torniamo ai nani e faccio loro i complimenti per avere delle difficoltà a trovare una scala enorme scolpita sul fianco di una statua di nano gigantesca che spicca sul lato della montagna come spiccherebbe un adoratore di Satana a un convegno di focolarini, una sorta di eco-mostro fantasy. Ovviamente a trovarla è stato Bilbo, giusto per ricordarci che esiste ancora e non è una decorazione dello sfondo. I nani cercano la porta e il nostro amico Balin pensa bene di dire nostri giovani virgulti che la porta è impenetrabile dopo che ci hanno sfasciato sopra le armi. Le cose non vanno bene e la disperazione impera, ma Jackson sembra ricordsi improvvisamente da che libro è tratto il film e che non il protagonista è Thorin, ma Bilbo: ed eccolo a risolvere la situazione! Grande Bilbo, se non c'eri tu il film finiva per fortuna qui, ma invece andiamo avanti! E Thorin, da vero figo, si pernde tutto il suo momento con la lunga scena contemplativa, come se la Luna stesse lì ad aspettare i suoi comodi.

Purtroppo per Biblo, quando ci sono da fare le cose più pericolose e sgradevoli, tutti si ricordano che esiste e quindi lo spediscono a pedate nel sedere a rubare la Arkenstone sotto al naso di un drago. Ma come Jackson ci ricorda ancora una volta, questa non è la cosa più importante del film: infatti lasciamo i nani e il povero hobbit per andare a vedere come sta Kili. Ammettiamolo, eravamo tutti in pensiero per lui e non potevamo più andare avanti senza sapere come stava.

(Sì, tu laggiù, in seconda fila: parlo con te. No, non puoi approfittarne per andare al cesso. Guarda che Jackson si incazza. Queste sono scene che fanno impallidire Dickens. No, se ti scoppia la vescica sono affari tuoi.)

Kili, sfortunatamente per noi, non ha ancora tirato le cuoia, e questo per la pessima mania dei cattivi di far soffrire a lungo le loro vittime con le cavolate più micidiali contro cui neanche un'aspirina può niente. Sarebbe bello se la scena durasse più del tempo che ci mette un topo a infilare la sua fetida lingua in bocca a Kili, giusto per vedere se così guarisce, ma la schizofrenia impera e come al solito dopo questa inutile e sconclusionata parentesi torniamo a vedere cosa stanno facendo Bilbo e i nani.
Una pagina dei bozzetti preparatori dello script de "Lo Hobbit"
Bilbo si appresta ad addentrarsi nella montagna, con la benedizione di Balin, dove un drago che mangia Balrog a colazione si nascone, ma come già detto prima questa è una vicenda di secondaria importanza, infatti passiamo immediatamente a vedere come vanno le cose a Gandalf. Non bene direi, visto che gli occupanti di Dol Guldur dopo aver giocato a nascondino per un paio di ore hanno deciso di uscire finalmente a fargli il culo. 
Grande scena di combattimento da Sauron e Gandalf, alta tensione, altissima direi, la palla si allarga(dai Gandalf ce la fai!), la palla si restringe (resisti!), si riallarga (ancora un piccolo sforzo!), si restringe (non mollare!), si allarga, si restringe, si allarga, si restringe, repeat.... wow, che tensione.... fino a che viene sopraffatto e con pura psichedelia Sauron appare! Pschedelico come non mai! Cosa ne sarà ora del povero Gandalf? bho, non ce ne frega più niente, è molto più eccitante vedere Bilbo camminare in un corridio vuoto fino alla camera del tesoro.

Ora qui comincia l'unica parte per la quale vale la pena di vedere questo film. Nulla da dire sull'incontro da Smaug e Bilbo, tranne il fatto che con tutto l'oro che è accumulato sotto quella montagna i nani si possono comprare il mondo intero almeno 5-6 volte. Ma Jackson può rimanere fisso su una cosa per più di 5 min? Ovviamente no e quindi ci spostiamo in città a casa di Bard, dove oltre a scoprire che Kili non ha ancora tolto il disturbo a questo mondo, scopriamo anche che il nostro contrabbandiere di nani usa l'ultima freccia nera per appenderci i prosciutti. Ora esula dalla mia comprensione perché senta il bisogno di tirarla fuori, uscire di casa per recarsi alla balista scatenando un inseguimento con le guardie cittadine (è interdetto a uscire di notte? c'è il coprifuoco? mah) per creare l'ennesimo inutile momento di tensione. Esula inoltre dalla mia comprensione cosa ci facessero proprio lì il governatore e il suo aiutante (andavano a puttane nei sobborghi?).

La tensione narrativa secondo Jackson: notare il sapiente uso del lilla
Jackson non vuole certo che ci dimentichiamo chi è il vero protagonista del film, quindi mentre Bilbo sta scappando da un drago enorme nel tentativo di recuperare l'arkstone e Bard rischia di finire impiccato in piazza, ci sorbiamo l'ennesima tirata esistenziale di Thorin che cerca di dimenticarsi di essere un idiota. Proseguiamo poi saltando di palo in frasca, da Bilbo, a Gandalf che è stato imprigionato e assiste alla partenza delle legioni del male, della banda di orchi che entra in città per prendere i nani che intanto se ne sono andati, poi di nuovo Bilbo e Smaug, poi Bard, etc. Un delirio. 

Comunque come al solito Bilbo e Smaug possono aspettare perché ora dobbiamo assolutamente seguire le vicende dei nostri amici nani rimasti in città. Ricordate la terribile banda di orchi entrata in città 5 minuti prima? Bene eccoli che rintracciano con somma maestria i nani e piombano in massa a casa di Bard! I nostri eroi sono spacciati ma ecco arrivare i salvatori: l'incredibile coppia di elfi-ninja? Guidati lì ovviamente dal profondo ammmmore della super-elfa per il suo beneamato nano. Dal canto suo Legolas può ora rifarsi della delusione amorosa macellando decine di orchi con trasporto.

A Legolas danno fastidio gli orsacchiotti di peluche: proprio non può sopportarli. Questo, in particolare, non lo aveva salutato
Dopo un veloce quanto intenso massacro arriva il dramma: cosa sceglierà la nostra super-elfa? L'ammmore impossibile o il dovere? Sciocchini, ovvio che sceglierà l'ammmmore, ma di questo già non ce ne frega più un cazzo perché di punto in bianco vediamo Thorin correre come un assatano per la fortezza nanica, ovviamente in pensiero per il povero Bilbo.... seeeee chi ci crede.... tanto è vero che appena lo vede è pronto a sbudellarlo per l'arkestone. Evviva l'amicizia. Intanto arrivano il drago e gli altri nani, che dopo 5 secondi di eroismo, decidono per una ritirata tattica. Ma come ormai è tradizioni di punto in bianco saltiamo di nuovo a casa di Bard per vedere come stanno andando le cose.

Infatti qui c'è il momento più alto del film, direi una "fase lirica", intimista, quasi "orfica", che il "Passero solitario" di Leopardi in confronto è la lista della spesa di un ciccione del Minnesota. Momento LSD in cui Kili scambia l'elfa che lo cura per la Madonna, al che ci auguriamo lasci perdere questo amore infruttuoso per fondare una una nuova religione (speranza vana temo).

Ma per i testimoni di Tauriel dobbiamo aspettare, perché quel ragazzaccio di Thorin ne sta per combinare un'altra delle sue. Non potendo nemmeno competere a briscola con il drago, decidono di vagare infruttuosamente per la fortezza cercando di sfuggire al drago, che ha un attacco improvviso di cretinite acuto e non si accorge che gli sono passati letteralmente sotto il naso. Ritorniamo da Kili che sta provando una nuova pratica all'avanguardi nella medicina alternativa, cioè dormire su un cuscino di noci scambiando languide occhiate con la super-elfa, sempre sotto l'effetto del LSD.

Ah!, l'amore! Come diceva Elio... "servi della gleba in una stanza, anestetizzati da una stronza".
Ma quanto mi ami Kili?
A Kili! E adesso ti mostro il mio paruolo...!
Torniamo da Thorin che ormai andato fuori di testa decide di uccidere il drago con qualche piano blasfemo non ancora presentato. Il drago è ancora sotto l'effetto delle cretinite e potendo uccidere i nani 3 alla volta salta qua e là e se li lascia sfuggire tutti. Un po' di tensione non guasta mai, peccato si di nuovo interrotta da un cambio di scena che ci porta a vedere cosa di bello stiano facendo gli orchi, che qualora ve lo foste dimenticato se ne sono andati dalla città con Legola (no, non è un errore, è la crasi tra Frociolas e Tegola: cioè cosa succede alla tua faccia quando fai incazzare Recchiolas. Come una tegola in faccia in un tornado) alle calcagna. Cosa possa fare il capo degli orchi con 2 scagnozzi contro un elfo che ha stermiato precedentemente metà della compagnia, non lo so, ma ci provano lo stesso. Legolas mette da parte la grazia che contraddistingue gli elfi e si lancia in una scazzottata con il capo degli orchi che ad un certo punto sembra stufarsi e molla lì tutti e se ne va. Ma ha sottovalutato Legolas, che dopo aver visto il suo stesso sangue sbrocca e si lancia all'inseguimento, il cui risultato viene ovviamente posticipato perché è ora di tornare alla montagna e dal vero protagonista di questa storia, cioè Thorin. Che finisce in bocca al drago ma purtroppo si salva anche questa volta.

Il drago è millenario, il drago non si lascia fregare: il drago spicca per le sue notevoli capacità intellettive e di autocontrollo

Ora comincia una sequenza di inseguimento con il drago che è ben fatta e divertente, peccato sia del tutto inutile come il piano per ucciderlo: accendere le forge, sogliere tonnellate di oro per fare una statua di 30 metri d'oro da sciogliere in faccia al drago per ucciderlo. Direi un piano geniale degno di Thorin. Peccato l'unico risultato si quello di farlo arrabbiare e dargli una bella placcatura in oro. 

Ma questo non è un film banale. No, nemmeno per un attimo. Perché Smaug ci delizia con una frase degna di "Avevi la pressione alta, Bennet!"
Si leva in volo verso la città e dice:  "ciò, tosi, io sono morte!".

E ora tutti in ginocchio e pregate, stronzi!

Il povero Bilbo fissa sconvolto la scena e mormora: "cosa abbiamo fatto?"

Non preoccuparti, ragazzo mio. Non è colpa tua. E' tutta colpa di quello stronzo mestruato di Thorin.

Cosa dire? Che rabbrividisco pensando al seguito.

Altre 3 ore di film per una battaglia tra l'orcobianco, un gruppo di orsi con il pelo dentro alla mutande, Thorin che se possibile diventerà ancora una checca isterica più di adesso e un drago che si farà inculare da un fesso come Bard e la sua freccia porta prosciutti.

L'unica cosa che veramente mi interessa, tuttavia, è: ma Recchiolas, raggiungerà o no l'orcoporco?!


CONCLUSIONI

Visivamente il film è eccezionale, eccezionali i paesaggi, eccezionali gli ambienti, eccezionali gli effetti speciali. Smaug è forse la cosa meglio riuscita del film.
A parte questo, il film è una sconclusionata accozzaglia di banalità, inutilità e cazzate da meritarsi il premio Cesso d'Oro.

L'ambitissimo premio


sabato 19 luglio 2014

Una recensione de "Lo Hobbit - La Desolazione di Smaug" senza peli sulla lingua! - Parte Prima

Salve a tutti! Mentre io continuo a prendermi una lunga pausa di riflessione dallo scrivere, a causa di vari motivi, tra cui la "melassa" che mi opprime il cuore, vi propongo il riassunto/commento di questo "meraviglioso" film, che tanto ci ha fatto sognare e soprattutto che ci aspetta a dicembre con un altro imperdibile episodio!
La recensione non è mia, ma del buon "Statale" ovvero "Lerd", ovvero "Cipolla", ovvero "MasterCheFu", insomma, dall'uomo dai mille nomi e senza una faccia.

Incominciamo...

Si comincia da Brea. Perché Brea? Perché il flash back? Sono le prime domande che sorgono. Ma, dandoci degli sciocchi e lanciando una scarpa in faccia a quel ragazzo in prima fila davanti a noi che ha già cominciato a sbuffare, che non capisce palesemente nulla di cinema, ci diamo subito la spiegazione: un momento importante, l'apertura.Quando si crea energia narrativa, si comincia a comprimere la molla della storia, con un bel sodo flash back iniziale, che ci aiuta insieme a ricollegarci con la storia precedente e a far decollare la storia.
Sì, vero?
No.
Assolutamente no. Questo non è un "film" dove si inseriscono cose perché devono funzionare. Qui si inseriscono cose (o se preferite, chiamiamole con il loro nome, cioè "cazzate") perché dobbiamo riempire 2 ore di bobina con il poco materiale a disposizione, che il buon Tolkien lo sapeva che avrebbero fatto un film, e ha scritto poco a posta, ma no, Jackson e i suoi amici ne sanno di più, loro sanno cosa serve per rendere epica la storia di un hobbit che ha dimenticato i fazzoletti a casa.
Per cui eccoci qui, a Brea. Che rispetto "Il signore degli Anelli" (il film), rimane Mos Eisley. Ma almeno a Mos Eisley c'erano Jabba e Han Solo.
Qui ci sono solo rutti. E cose inutili. Un fantastico inutile momento di tensione in cui scopriamo che Mordor ha messo una taglia sulla testa del nano di merda e tutti i tagliagole del nord (!?) sono sulle sue tracce. Ne ha soldi da buttare, lo pseudo-Sauron. Per non parlare di Gandalf che sembra a sua volta un reclutatore di tagliagole per fare la pelle a Smaug "Quel drago è seduto da troppo tempo su quella montagna per i miei gusti! È ora di porvi rimedio eheh". Spietato Gandalf. Scommetto che porta le mutande di pelle di drago.

Poi ci riattacchiamo a cazzo con il precedente film con un po' di orchi che girano alla carlona e uno "gnaaaaaaaaarl!!" gratuito da Beorn, che subito dopo cerca di mangiare i nani sulla soglia di casa sua. L'orco bianco, il super generalissimo del male, l'orco che si scopre dopo è riuscito a rompere il cazzo a chiunque vive a nord di Moria, da est a ovest, pur avendo una banda di orchi e worg al seguito si caga in mano al solo vedere il buon Beorn. Ma poi ecco arrivare il suo secondo che gli dice che il capo supremo vuole parlarli, quindi questo cosa fa? Si fa 400 leghe in 30 minuti per sentirsi dire quattro stronzate da una massa di fumo nero schizzofrenico. Ma non preoccupiamoci: tutto questo ha un senso profondo.
Sì, non è che in realtà questo non sia un film fèntasy, ma bensì un accorato e complesso inno contro la droga?
La droga fa male.
Guardate cosa ha fatto a Radagast.
Guardate come è diventato bianco quell'orco.
Guardate quanto rimmel si mette in faccia quel nano.

Una serata come tante a Dol Guldor: Radagast è il panetto in alto a sinistra
Torniamo al nostro eroe, che si sveglia in un momento allucinatorio e psicheledico a colpi di pony scorrazzanti e api enormi (parlo di Bilbo, eh), ci pippiamo l'inutile storia di Beorn, solo per dare una scusa facile per il suo odio per gli orchi e l'orco bianco in particolare, e poi via a dorso di pony fino a bosco Atro. Ora, il generalissimo bianchissimo del male ha schiavizzato e sterminato la stirpe di Beorn, quindi perché si è cagato sotto prima? Forse non gli aveva pagato il pizzo. O forse riesce a fare il bullo solo contro quelli più bassi di lui.

Gandalf a questo punto li molla dopo un inutile momento di tensione sessuale con Galadriel su telepath-skype e decide di andare a fare in culo lasciando i nostri nella merda. Altro inutile perdita di tempo per farci vedere come i nani si perdono splendidamente nel bosco, sotto gli effetti del fumo passivo delle canne degli elfi. Ovviamente nessuno ha alcuna preoccupazione per le strane ed enormi ragnatele che pendono ovunque, ma vabbé sono drogati, che ci vuoi fare...

Allora, riprendiamo con Bilbo, che dopo essersi ripreso un po' decide di arrampicarsi su un albero alto come un palazzo di 7 piani (detto fra noi non una grande idea specialmente se decidi di arrampicarti sotto gli effetti di stupefacenti) per scoprire che erano praticamente arrivati a destinazione.
Bellissimo lo scenario di farfalle blue e tramonto mozzafiato, ovviamente effetto della LSD inalata fino a prima, peccato sia completamente inutile se non per fare dire "OOOOOOHHHHHH" agli spettatori del cinema in 3D, a cui segue un inutile momento di tensione con fronde di alberi che si muovono. Forse sta arrivando il Gattobus? Forse arrivano gli alieni? Oppure una truppa di Predator? Mha, cosa mai si nasconderà dentro alla tetra foresta piena di ragnatele? Ragni grandi come T-Rex, perché per smuovere gli alberi grossi come la torre della TV di Tokyo devono averne mangiato di pan di zenzero al gusto nano (+ vomito)!
Oppure è solo Godzilla che si è perso.

Invece, udite udite, non sono i Beehive durante il loro ultimo tour, sbandati di marocca e di amaro Petrus, sono proprio ragni. I quali, dimentichi di ogni tipica tattica propria dei loro simili, assaltano come una masnada di marines vogliosi i poveri nani e Bilbo e li fanno loro, come impudici selassié. Il nostro eroe viene steso e portato nella tana dei ragni, dove si risveglia e... ricordate il ragazzo scappato di casa senza fazzoletti, vero? Certo, a lui un paio di mostri con 8 zampe, pelosi, orridi, gli fanno un baffo. Non fa tempo a svegliarsi che già ne ha sventrato uno. Vedete l'occhio rosso di Bilbo? Lo vedete, vero?
Bene, stategli lontani.
Quel ragazzo è pericoloso.

Bilbo appena uscito dalla doccia di siero di ragno
Poi andiamo avanti con un altro momento allucinato, questa volta condito dalle pessime vocette dei ragni che si intonano alla situazione come Justin Bieber ad una gara internazionale di  rutti. I ragni sono ragni, non ci aspettiamo grandi prove di intelligenza, ma sentono un rumoretto e partono come missili per chi sa dove, correndo per chilometri, lasciando a Bilbo tutto il tempo di sventrare l'unico furbo che è rimasto lì a mangiarsi i nani, i quali appena svegli si uniscono alla disinfestazione sfondando ragni come se lo facessero tutti i giorni. Bilbo, nella sua foga di natural born killer, viene separato dal gruppo, perde l'anello e lo contende a fil di spada con un Alien sbucato proditoriamente da un buco. Altro inutile momento di tensione in cui il buon Bilbo riflette sulla sua esistenza e gli viene giustamente da vomitare.

La gentile e romantica psiche di Bilbo
Nel frattempo la battaglia principale entra nel momento caldo con l'arrivo degli Elfi ninja!! Evvai, Legolas che con movimento fluido sventra un ragno e fa una gara con Torin a chi c'è l'ha più lungo.Ma questo celolunghismo può bastare? No! Arriva la super elfa che secca 2 ragni, fa la strappona con il nano e da il "là" per la più grande storia romantica interspecie di sempre. Il tutto a sua volta affiancato dai vari stacchetti comici di Legolas e dell'elfo anonimo che ha requisito una carriola di coltelli al nano X (presumo Fili).

E finalmente siamo al regno incantato degli elfi silvani, con tanto di super primo piano con occhi blue del fantastico re, seguito da un'altra tappa nella nostra storia di super-ammore impossibile. E Legolas ha pure un attacco isterico di gelosia, considerando che in un futuro non tanto remoto passera il suo tempo a trastullarsi i gioielli di famiglia con Gimli... seriamente, si può sapere perché gli elfi silvani hanno sviluppato questo strano feticismo per i nani?

Forse perché sono bassi e sono ottimi per usarli come poggia-birra?

Sfortunatamente per noi non è finita qui, anzi.

Ora siamo al re che decide di offrire il suo aiuto a Torin, per una manciata di ghiande, ma il nostro eroe è colpito da un attacco di omofobia acuta e decide giustamente di riempirlo di merda. Questo ovviamente fa emergere la malattia mentale che sembra affliggere tutti gli elfi silvani, e il buon re diventato improvvisamente uno psicopatico sfigurato decide di far marcire per l'eternità i nani in gattabuia.

Poi scopriamo che Legolas ha una cotta per la super-elfa, che si dimostra pure sconvolta dalla cosa... ma il re congela subito ogni speranza, così alla nostra eroina non rimane altro che consolarsi con il suo feticismo per il nano. Come è strana la vita, ti innamori di una che ti molla con un nano e tu cosa fai? Ti cerchi un nano a tua volta..... 
Seguiamo poi con gioia il momento poetico-intimista elfa-nano che comincia a consolidare la loro improbabile e scandalosa relazione, scatenando ovviamente la sete l'immediata di sangue nanico di Legolas, che passa il suo tempo libero a pedinare l'elfa come il cugino di Predator.
A questo punto io mi pongo una domanda: perché Jackson ha sentito il bisogno di dedicare minuti e minuti all'elfa, alla storia d'amore stracciata e al re psicopatico, mentre a tirato via in un minuto tutta la fuga che a mio parere dovrebbe essere la cosa più importante? Questo è un vero mistero, quasi quanto quello per cui i politici facciano le leggi durante le sessioni di snorkeling.

Lo sanno bene però i nani, che decidono appunto di assaporare le rapide di Gardaland senza salvagente: e mentre l'orco bianco che ha avuto paura di Beorn non ha paura di infilarsi diretto in un reame elfico scaglia milioni di seguaci imbestialiti al massacro come il migliore Zap Brannighan (e notate: gli elfi non si erano affatto accorti di avere un esercito di orchi dentro casa loro! Sarà il puzzo dei nani che non si lavano da anni ad aver ottuso i loro delicati nasini?) si scatena la più incredibile delle girandole wuxia.

Difficile riassumere quello che succede, ma devo essere sincero, è un momento divertente se ti dimentichi che stai guardano lo hobbit. Una menzione particolare va al nano grassone e alla sua performance. Un cosa che mi sento di evidenziare è che  tra nani che rotolano nei barili macellando orchi, elfe-ninja strappone, Legolas che salta da un nano all'altro e fa skateboard con gli orchi, e amenità varie, Bilbo scompare completamente. Casi della vita, tanto mica è lui il protagonista dello hobbit.

Un momento de "Lo Hobbit"
(Mamma mia, sono solo a 55 minuti di film ).

Passiamo ora a Gandalf, di cui penso sentivamo tutti la mancanza, e lo vediamo arrancare su una improbabile scalinata di pietra, abbarbicata su un'improbabile parete di roccia non si sa dove: Gandalf, amico mio, non hai più l'età per certe cose, lascia perdere! Altro inutile momento di tensione con la comparsa finale di Radagast (da dove è arrivato!? i suoi conigli corrono sulle pareti?). Capiamo a questo punto che questa insulsa struttura è una sorta di tomba-prigione in cui erano imprigionati i 9 spettri dell'anello, e finalmente veniamo a sapere chi è il super cattivo!! Wooooooooo! Il tutto comunque viene messo subito in secondo piano per fare posto al più amato di tutti i cattivi: Azog the Defiler, l'orco bianco, il più gran rompi coglioni del nord, che si scopre essere non un semplice tirapiedi ma addirittura una figura così importante da eclissare persino i 9 spettri!! Il comandante supremo!

Certo, visto che il suo capo non è altro che un frattale psichedelico, è pienamente giustificato che il vero "the boss" sia lui. Perché, chi è Sauron in definitiva? Una sagoma dentro a una vagina che è a sua volta dentro a una sagoma che è dentro a una vagina che è dentro a una sagoma che è dentro a una vagina che contiene una sagoma con la vagina dentro... tutto questo mentre Gandalf vomita di brutto e si chiede perché ha mangiato tutti quei tacos a merenda.

Non commenterò neppure il fatto che Gandalf e Sauron sarebbero della stessa razza e che Sauron adesso dovrebbe essere debilitato per la perdita dell'Anello, e che quindi Sauron non dovrebbe essere in grado di spuntare nemmeno le unghie dei piedi al grigio, mentre invece lo smalta con la tecnica della "sferachesiallargaesirestringeetifaccioilculo" come se G. (che ormai è chiaro che sta per "mago Galbusera") fosse un frocetto liberal giolittiano. Ma Sauron ci ha gli stupefacenti dalla sua.
Lui è psicedelico.
Lui è stato a woodstock.
Lui si è fatto i cannoni con Jimi Hendrix.
Gandalf, mi dispiace, tu sei solo un vecchio di merda con la sciatica che ascolta Gianni Morandi. Non c'è storia, lascia stare vecio. Torna a fare la pubblicità dei biscotti, va là.

Gandalf contro Sauron

E con l'esercito del profanatore di culi in partenza per spaccare, appunto, culi (ma non si sa di chi, sinceramente), siamo arrivati alla fine della prima parte di questa recensione super extra strong. Prossimamente il resto!

sabato 21 giugno 2014

Rosa

Oggi, passeggiando per Belluno, ho visto alcune cose.
Allo sportello della postamat in piazza qualcuno aveva dimenticato un plico con la propria dichiarazione dei redditi. Mi sono immaginato la signora che, di fretta, poggia il pacchetto sul lato, con il ginocchio alzato tiene su la borsa mentre fruga dentro per cercare il portafoglio con la scheda e intanto prende a suonarle il telefono.
E alla fine quei fogli sono rimasti là.
E poco più avanti c'era una bambina con i genitori, di forse cinque anni. Tutta rosa e bionda.
E' passato un grosso cane, di quelli con il pelo fulvo e morbido, alto quanto lei. Ma la bambina ha sussurrato: "Posso fargli caro caro?"
Il padrone ha detto: "Ma certo... è buono, non morde per niente!"
La mano aveva già la manina sulla schiena della grossa bestia, non ha neanche lasciato finire di parlare il signore.
E il cane è stato là fermo, a farsi fare "caro caro", senza muovere un muscolo.

E' questo il senso di scrivere libri?

mercoledì 2 aprile 2014

Lontananze...

Noto con amarezza (personale) che è dal 1 febbraio che non posto nulla. Perchè non ho più fatto niente, direte?
In realtà avevo progettato di fare uscire un nuovo racconto della serie "marziana" entro la fine di febbraio. Ho ricercato, studiato e scritto molto, ma poi ho riletto e mi sono detto: "manca qualcosa".
Cosa mancava?
La personalità ai personaggi. Avrebbe dovuto infatti essere la terza "installazione" della storia di Daba, avremmo visto altre idee sugli spiriti, l'inizio di una grossa storia/avvenimenti che avrebbero riunito tutti i capi della trama visti finora e rilanciato un big event finale.
I protagonisti sarebbero stati l'investigatore della polizia visto alla fine del racconto precedente e la nipote amante del mistero di questo.
Ma questi personaggi mancavano di carattere.
E allora dopo una notte di travaglio mi sono detto: "ma perchè invece di fare l'investigativo soprannaturale che non sei capace, non fai qualcosa che sai fare, qualcosa di TUO?"
E allora l'ho fatto. Sono 16 pagine. Folli. O forse stupide. Magari ridicole. Non le pubblico ancora perchè non sono del tutto sviscerate. Nel senso che manca ancora un pezzo uguale o più lungo. Di fatto però questo più che un racconto, se montiamo tutto insieme, diverrà lungo come un quasi libro. Lungo, come pagine. Forse anche come struttura. Ma chissà. Al momento mi pare una specie di "stand by me" di King, solo che con i centauri.
Sì, centauri.
Avete capito bene!

E non pensate che a parte questo non abbia fatto altro!
Perchè ho sempre la "Canzone di Hourì" parte B da scrivere! Sono a 75 pagine di ripensamenti! Come disse Roth, quando gli spedirono un racconto da valutare... "bravo, hai scritto un bel racconto! Ma adesso basta, lascia stare, fare lo scrittore è un lavoro di m****!"

p.s. intanto mi sto dando al wargame. Ho intenzione di fare un esercito dei Takeda in scala "28mm", con regole di gioco (e imbasettamento) di Impetus.

sabato 1 febbraio 2014

Oro Rosso, un rutilante racconto di ladri e contemporaneamente una preview, o promo

Titolo lunghissimo, però direi che chiarifica subito il contenuto del post. Come sapete sto scrivendo la seconda parte del mio nuovo romanzo (che si intitola "La Canzone di Hourì"). Non solo, comunque, non ho ancora trovato chi mi pubblichi la prima parte (e credo che non lo troverò, ma sono una persona fiduciosa alla fine, quindi insisterò), ma ho deciso di pubblicare qui il primo capitolo della SECONDA parte!
Perchè?
Perchè questo primo capitolo, o capitolo zero, è stato da me spedito anche a un concorso (non ho vinto, tranquilli!), con un finale diverso però. Quindi è un testo che può anche andare in giro da solo, con le sue gambette.
Ho provveduto però ad accorciargli la gambina destra, perchè questa è la versione per il libro, quindi più legata al resto del testo che, sono sicuro, tutti voi non vedrete l'ora di avere tra le mani!
Quindi ecco la copertina:

E qui la versione epub, e invece qui la versione mobi.

Mi permetto di snervare ancora per qualche attimo la vostra pazienza. So che non sono molte le persone che hanno un dispositivo per la lettura degli e-book. Nel caso qualcuno sia talmente folle da voler leggere i miei scritti a tutti i costi, suggerisco la presenza di ottime, quanto economiche sia in termini di tempo-denaro, che di facilità di installazione, estensioni sia per firefox che per chrome per la lettura degli e-pub. Basta andare su "Proprietà(o impostazioni)->estensioni" e cercare "e-book reader". Su chrome io ho installato "Readium" che mi sembra buono. Non dovete far altro che andare in "proprietà->estensioni" e cliccare su "visita sito we" di Readium per farlo avviare. Una volta dentro caricate il vostro epub e il gioco è fatto!

lunedì 27 gennaio 2014

David Gemmell: costruire un libro sui personaggi

Voglio parlare di Gemmell, un autore che nessuno al momento sta degnando di attenzione. Un pò perché è morto (e quindi non scriverà più nulla), un pò perché è passato di moda e dei suoi libri non se ne trova nemmeno l'ombra in libreria.
E io ho il complesso delle cause perse, come Rhet Butler.
Si possono scrivere libri basati sulla storia, sull'intreccio preciso come un macchinario ad orologeria; il "sense of wonder" può essere tutto innestato sul lessico perfetto e cesellato, oppure su ambienti vividi e ricchi di dettagli. O ancora ci può essere una singola (o molte) idee dirompenti, attorno alle quali ruota tutta l' "inventio" narrativa.
Nel caso di David Gemmell invece il fulcro delle storie sono i personaggi.
Gli ambienti sono pochi: sono il bosco, luogo di incontri, il villaggio attaccato da banditi, la città (della quale però di solito vediamo solo le taverne e le locande), il monastero, la steppa desolata dove vivono e uccidono i Nadir, la Fortezza (con la "f" maiuscola, perché quest'ultima è un personaggio a parte).
Sono tutti luoghi "topici", di certo vivi, ma nemmeno troppo originali. Sono un pò come gli ambienti dell'Orlando Furioso, se sapete, come credo, di che cosa sto parlando.
Anche il testo (che purtroppo ho per il momento letto solo in italiano: perciò non mi sto rifacendo alla qualità lessicale ecc., ma al contenuto) è piuttosto "convenzionale".
Per esempio: se a un personaggio viene richiesto di dire qualcosa del suo passato, potete stare certi che egli "... guarderà fuori dalla finestra, sulla balconata dove un picchio si era appena posato...". Non ho nulla contro i picchi, naturalmente, quello su cui voglio attirare l'attenzione è il fatto che, come molte persone che leggono (tanto) e altri che scrivono (o imbrattano carte, se preferite), si spera con altrettanta lena (altrimenti c'è qualcosa che non funziona: un atleta non può sperare di vincere una gara se non si allena, stando in poltrona a vedere il Giro d'Italia), dicevo, come molte persone sanno, che per dare sostanza a un momento un pò più elevato, o per staccare le parti di un dialogo molto lungo, di solito si ricorre a questo sistema. Occhi che si lanciano verso l'orizzonte, nuvole che si rincorrono, il vento che soffia tra le fronde e amenità del genere.
Perciò non siamo propriamente nel campo dell'originalità e delle grandi, innovative nuove idee.
Anche i dialoghi sono diretti e non nel senso che chiamano "pane" al pane o che sono scritti semplici e concisi, come peraltro sono. In "The king beyond the gate" (che credo in italiano sia stato tradotto come "Le spade dei Drenai", la solita traduzione di qualità...) credo che al personaggio del prete/guerriero Decado sia stato chiesto almeno ottocento volte "cosa ne pensava di uccidere per il bene" e "se stavano facendo la cosa giusta", una domanda che di solito in altri libri si tiene per il momento clou, quando si deve poi spingere tutta l'azione narrativa verso una svolta (questa "tecnica" la vedete bene negli Shōnen manga). Se un personaggio deve sapere se un altro "gli vuole bene" non sta a pensarci su: glielo chiede. E l'altro risponde immediatamente, sì o no.
Questo intendo per "diretti". Che a volte diventa quasi "pulp" (ovvero "tirati via").
Di "tirato via" ci sono anche molti nodi della trama. Sempre in "The king beyond ecc" assistiamo all'entrata in scena di Pagano, il re che viene dal Sud, nel modo più "banale" possibile. Un incontro nella foresta, i banditi lo stanno già assalendo (e stanno già morendo); lo aiutano. Lui si unisce a loro. Fine.
Ma ora passiamo a parlare del motivo di questo post: come ho detto il testo scorre liscio, la trama scorre "liscia", ci sono banalità, non ci sono cose strane alla China Mieville, se volete non c'è neppure la "critica sociale" che sembra sia il metro di paragone per decidere se una produzione è "arte" o "palta" (discrimine che mi vede fortemente contrario, perché lo ritengo una stupidaggine assurda, ma tant'è). Quindi, perché leggerlo?
Perchè le vere cose potenti non sono nell'ambiente, non sono nell'inventio, sono tutte nei personaggi.
I dialoghi sono brevi, secchi, diretti, perché i personaggi sono brevi, secchi, diretti.
La storia che altri avrebbero scritto in cinquanta sette volumi (come un Brandon Sanders, per esempio, ma con questa frase non vogliatemene a male, non dico che Brandon sia un cattivo scrittore, è che è troppo prolisso!) Gemmell la scrive in un libro solo.
Le nuove copertine: in Great Britain Gemmell è ancora considerato il "king of heroic fantasy"; l'ascia e il fuoco vorranno dire proprio questo?

I personaggi compaiono in scena non al loro inizio, ingenui, da formare; non compaiono nemmeno nel loro momento di gloria. Sono degli sconfitti, dei superati, sono spesso vecchi o al limite della vecchiaia. Tutto il bello e lo splendido della vita se ne è già andato dietro di loro. Se c'era una donna, questa è morta. E un peso terribile grava sulle loro coscienze.
Nulla di tutto questo viene raccontato: lo sappiamo solo per frasi mozze, riassunti, brevissimi flash back. I personaggi di Gemmell si presentano, per così dire, come fantasmi del passato, come leggende, come qualcosa che non fa parte del presente (emblematico, nel senso che si rompe quasi il gioco di specchi della finzione narrativa, il caso di ""The Sword of night and day", in Italia "La leggenda dei Drenai", che è anche l'ultimo libro sui Drenai da lui scritto). Sono personaggi completamente bloccati nel passato?
In parte sì. Druss non può scollarsi di dosso di essere la "leggenda".
Tenaka Khan non riesce a scrollarsi di dosso di essere un generale, e di avere sangue Nadir.
Skilgannon riesce solo in parte a rinnegare il suo passato, ma questo avviene dopo la sua morte; di fatto è "condannato" a essere un eroe, e a continuare a vincere.
Ma in parte anche no. Perchè se c'è una cosa insormontabile che lega a terra le persone, che possiamo chiamare "morte" o piuttosto "destino", questi personaggi lo affronteranno fino alla fine. Contro ogni possibilità, calcolo statistico, speranza di qualsiasi tipo. Si ergono come giganti e la storia, l' "inventio", la trovata, l'idea, il motore dell'azione si svolge tutto intorno a loro, o meglio, è tutto poggiato sulle loro spalle.
A volte penso quasi che Gemmell dovesse essere un grande ammiratore di Shakespeare (ma non lo saprò mai, immagino); il destino tragico, la lotta contro sé stessi, le scene che sembrano "viste" su di un palco, prima che immaginate nella penna, i dialoghi simili a quelli di una tragedia (sia per ritmo, che per forma espositiva, nonché per contenuto), un passato colossale che si riassume in due battute, che quasi sembrano non pronunciate dal personaggio, ma messe in bocca a un qualche "coro" tragico, tutto questo mi fa pensare a Shakespeare, o all'Edipo Re.
Perciò sì, si può creare una storia basata interamente sulla forza dei personaggi. Non credo che si possa però dire "ma sarà incompleto, non sarebbe meglio se ci fossero i personaggi, l'ambientazione, il testo ecc"?
Nella mia limitata esperienza di persone che siano riuscite a mettere tutte le "stats" (gergo da giocatore di ruolo, scusate) al massimo, sono poche, mi viene in mente Dante (ma quanto è "stracciato" il pretesto della storia?!) o Tolstoj.
Ricordiamoci che il troppo storpia. Forse proprio la magrezza di tutto il resto fa risaltare ancora più splendidi e titanici questi personaggi.
Più probabilmente, al contrario, la grandiosità dei personaggi ha risucchiato tutto il resto. Tutte le energie sono state dirette dentro di loro. Sul palco del teatro, le scenografie di fondo, se le guardiamo bene, non sono forse finte? Devono richiamare l'ambiente, fare da cornice, non essere un vero ambiente. Perché l'attenzione dello spettatore sia tutta sui personaggi in scena.
E non, come spesso accade, sui volteggi simil Wuxia (wuxia fatta anche male, peraltro), crolli di montagne e draghi che corrono per trenta minuti sfondando pareti dietro a nani con il mascara sugli occhi (sì, è chiaro che lo Hobbit - la Desolazione di Smaug mi fa schifo).
Quindi se volete leggere qualcosa di fantasy da uno che, tra le altre cose, si intende molto bene di operazioni militari (come anche il povero Eddings, relegato ormai a "scrittore di storielle banalotte", come ho letto in giro), e volete leggere personaggi che arrivano vicino a McBeth, qualcosa di veramente epico, che, almeno a me, ha fatto venire i brividi e la pelle d'oca cercatevi Gemmell. Leggetevi come muore Pagano, e capirete che cos'è l'epica e il fantasy.
E dimenticatevi certi elfi o vampiri emo che vanno via di testa solo perché gli esce sangue dal naso.

mercoledì 15 gennaio 2014

Racconti in 200 parole

Publicizzo questa iniziativa di Paolo Secondini e della rivista PEGASUS:
Riporto paro paro il testo:

"Il prossimo febbraio (2014) ricorre il compleanno di PEGASUS. Per l’occasione, accogliendo l’idea di Sauro Nieddu, collaboratore del blog, invito tutti gli autori di Pegasus, italiani e stranieri, a inviare un racconto (fantascientifico o fantasy o horror o comunque fantastico) non più lungo di DUECENTO parole (sì, proprio 200) da pubblicare sul blog, verso la fine di febbraio. I racconti saranno postati tutti insieme o collettivamente, se si preferisce. Saranno gli autori stessi, con la loro votazione, a decretare il racconto vincitore (i voti, da 5 a 10, saranno espressi nel commento).
I racconti dovranno essere inviati a
paolosecondini@gmail.com
entro il 10 febbraio 2014 con la seguente dicitura: RACCONTO PER IL COMPLEANNO DI PEGASUS.
L'autore del racconto vincitore sarà premiato con 3 libri-sorpresa (di cui uno di fantascienza, uno di horror, uno di fantasy) messi in palio e spediti dal titolare del blog."


Che ne dite? Penso sia interessante cimentarsi in una "prova" o esercizio, come preferite, di questo tipo. Una volta un amico mi disse che secondo lui un racconto per avere corpo, senso e gusto doveva essere minimo di ottanta pagine. Voi che ne pensate? Riusciamo a farcene stare uno in 200 parole?