domenica 11 novembre 2007

Miyazaki: i lavori animati - Mononoke Hime

La trama

"Molto tempo fa, le foreste ricoprivano la terra, e dei in forma di animali giganteschi le abitavano; allora, uomini e dei vivevano insieme in armonia..."

Lontano tra le montagne vivono gli Emishi (Antica popolazione giapponese che si dicevva discendesse dagli antichissimi Ainu, i primi abitanti del giappone; tra il 7° e il 10° secolo d.C. vennero sterminati dall'autorità imperiale alla quale non volevano assogettarsi), un popolo che usa ancora strumenti di pietra e cavalca gli stambecchi, e che vive in completo isolamento. Un giorno al loro villaggio giunge la terribile ira di Nago, dio-cinghiale tramutatosi in "demone" (o piuttosto in un Tatari Gami, "spirito corrotto"); per salvare il villaggio il principe Ashitaka è costretto ad abbattere il mostro, attirando su di sé la maledizione che già stava corrompendo il dio.

La maledizione lo ucciderà in breve tempo, e l'unico modo per potersi salvare è cercare la fonte della contaminazione che da ovest (vale la pena ricordare che gli Emishi sarebbero stati originari dell'Honshu) si sta diffondendo per il paese, e trovarvi una non facile soluzione "con occhi non velati dall'odio". Prima di abbandonare nella notte il villaggio, a cavallo del suo stambecco Yakkul, Ashitaka riceve l'estremo saluto di Kaya, una ragazza del villaggio (che nella versione italiana è divenuta per motivi misteriosi sua sorella; questo dovuto forse al fatto che in lingua originale Ashitaka viene chiamato da questa come "Anisama", che è titolo onorifico per riferirsi a un uomo più anziano, con cui si ha qualche rapporto affettivo, e che significa letteralmente "fratello maggiore", ma non vuol significare necessariamente alcun legame di sangue...), che evidentemente nutre qualche sentimento per lui, e gli fa dono di un pugnale di quarzo (un "gyoku no Kodachi", un "dono di eterno amore").

Seguendo a ritroso il percorso fatto da Nago il nostro protagonista giunge infine nei pressi della Grande Foresta, un antico luogo dove vivrebbero kami (divinità) giganteschi; in realtà questa zona è al momento dilaniata da una feroce guerra tra umani e spiriti della foresta, in quanto gli umani, insediati ai bordi della foresta con la loro "città del ferro" (Tatara Ba, letteralmente "luogo del mantice") e guidati dalla spregiudicata Eboshi, mirano a disboscare e scavare tutte le montagne, e a distruggere la foresta stessa con i suoi spiriti per ottenere il prezioso minerale di ferro; esso vale loro la ricchezza e soprattutto la salvezza di fronte alle mire espansionistiche dei soldati dell'imperatore, mentre gli spiriti vogliono ovviamente preservare la loro casa e fanno a pezzi ogni umano che osi avventurarsi all'interno della foresta.

Ashitaka salva la vita ad alcuni umani che erano stati attaccati dagli spiriti, attirandosi le simpatie della città del ferro, soprattutto delle sue donne, che qui vivono in una condizione di primaria importanza e di semi-libertà che altre donne in quell'epoca (l'era Muromachi, 1392-1573 d.C.) in Giappone potrebbero solo sognarsi. Tuttavia, proprio perché chiamato a giudicare "senza odio", salva successivamente anche, la ragazza lupo, la "principessa mononoke" (principessa degli spiriti vendicativi) del titolo, venuta a uccidere Eboshi, della quale egli pare essersi innamorato a prima vista. E questo pur avendo scoperto che è stato proprio il proiettile di Eboshi a ferire Nago e a trasformarlo in un mostro.

In questo frangente Ashitaka stesso viene ferito gravemente, e si salva soltanto per l'intervento della stessa San, e del Dio della Foresta (il Sishi Gami), una strana creatura che di notte si muove per la foresta sotto forma di "colui che cammina nella notte" (didaraboshi), un essere gigantesco di forma vagamente umanoide, mentre durante il giorno si presenta come uno strano cervo dalla testa umana. Ashitaka cerca di convincere sia gli uomini sia le bestie a non cominciare una guerra su vasta scala che porterebbe dolore e morte a entrambi, ma le sue parole rimangono inascoltate.

E così si scatena una feroce battaglia, con il popolo dei lupi e il popolo dei cinghiali che corrono al massacro contro i fucili, le bombarde (l' "ishibyia", per la precisione, che significa letteralmente "cannone a mano", introdotto in giappone dai portoghesi nel 1543) e le mine di Eboshi e dei soldati inviati dall'imperatore (che vuole mettere le mani sulla testa del Dio della Foresta, che avrebbe la qualità di garantire la vita eterna).

Solo Ashitaka tenta di riconciliare gli animi e di portare la pace, ma il suo compito non sarà facile...

Commento alla versione italiana

Come al solito la versione italiana, parliamo di doppiaggio, presenta diversi errori rispetto all'originale; preferiamo chiamarli così, perché ancora non abbiamo capito il motivo che spinge gli adattatori e i traduttori a cambiare le battute, stravolgere il carattere dei personaggi, financo cambiare i titoli e i nomi (cosa che per la legge italiana sarebbe un reato contro il diritto di autore; vedi qui).

Principalmente il problema sembra essere ancora una volta nel passaggio per il circuito americano (o anglofono in genere). Infatti, se si confrontano le battute dei sottotili in italiano e il doppiaggio in italiano (del dvd, ovviamente...) si nota che sono diversi! Infatti i sottotitoli italiani sono la traduzione di quelli in inglese, che oltre a derivare da una traduzione un pò diversa da quella italiana, mostrano l'annoso problema della logorrea americana (o anglofona in genere): se un personaggio non parla, se c'è un attimo di silenzio, se c'è qualcosa da capire senza che il personaggio lo spieghi, si deve per forza sovraimporre un battuta, un discorso, un fiume di parole (inutile), che oltre a manomettere l'originalità dell'opera, consegue gli effetti immaginabili sul clima generale e sul senso della narrazione.

Quindi per tutto il film il doppiaggio italiano a volte segue la partitura inglese, a volte no, a volte i personaggi parlano quando non hanno detto niente, a volte dicono cose che ci sono, ma completamente diverse dal vero senso. Il doppiaggio inglese, come detto, è peggiore; per capire cosa intendiamo dire, analizziamo proprio l'inizio del film:

"Molto tempo fa, le foreste ricoprivano la terra, e dei in forma di animali giganteschi le abitavano; allora, uomini e dei vivevano insieme in armonia...'"; questo è quello che il narratore italiano ci propone. In realtà, appunto come semplicemente mostrato dal film stesso, non si vede dove dei e uomini vivano in armonia, visto che le prime scene mostrano tutto il contrario. Nella versione originale giapponese compare soltanto una scritta, priva di parlato, che dovrebbe significare: `"Molto, molto tempo fa, questa regione era ricoperta da dense foreste. Dentro queste foreste vivevano gli dèi degli antichi...". In inglese le cose sono ancora peggiori: non solo il "cronista" parla tutto il tempo delle prime scene, come se fosse posseduto da qualche horror vacui del silenzio, ma alle parole italiane aggiunge anche: "... tuttavia gran parte delle foreste venne distrutta... ecc... gli dei, sotto forma di giganteschi animali, proteggevano quello che ne rimaneva... ecc... era il tempo degli dei e dei demoni!". Un vero fiume di parole, tutto per ottenere la clausola ad effetto stile "Die Hard" e simili.

Ancora: perché quando Ashitaka dice la sua prima battuta, quando invita Yakkul a venirgli dietro, in italiano dice: "Forza, vieni Yakkul", in inglese: "Come on, Yakkul, boy"(!!), mentre in giapponese dice soltanto: "Yakkul"? E subito dopo le ragazze che incontra si lanciano in sperticati discorsi con lui; dove invece, ascoltando la traccia audio giapponese e guardando i sottotitoli inglesi/italiani, si nota che metà delle battute in sovraimpressione sono pronunciate mentre i personaggi hanno la bocca chiusa!

Ecco la battitura originale di questa scena (si ringrazia Vittorio Bertola 1999 per la traduzione, vedi qui):

Ragazza I: Signor primogenito!

Ashitaka: Giusto in tempo! La signora Hii ha ordinato a tutti di tornare al villaggio.

Ragazza: Sì, anche il signor Ji l'ha detto.

Ashitaka: Il signor Ji?

Ragazza: Ha detto che la foresta è diversa dal solito.

II ragazza: Tutti gli uccelli sono spariti.

III ragazza: Anche tutte le altre creature sono sparite!

Ashitaka: D'accordo, andrò a sentire il signor Ji.

Ashitaka: Va bene, tornate tutte al villaggio
!
Ragazze: Sì!


Ancora... nella scena in cui Moro la lupa madre e Ashitaka parlano sulla rupe mentre San dorme, in originale avremmo sentito questo (Vittorio Bertola 1999):

Moro: Ti fa male?

Se tu saltassi, tutto sarebbe finito velocemente e senza dolore.

Più tu sopporti il dolore, più la ferita diventa profonda.

Ashitaka: Sembra che io abbia dormito per molti giorni.

Tutto quel che ricordo è di essere stato curato da quella giovane ragazza.

Moro: Se tu avessi lanciato anche un solo gemito, avrei lacerato la tua gola da parte a parte.

Cosa stai guardando così attentamente?

Ashitaka: E' una foresta così bella.

Okkotonushi si è già mosso?

Moro: Torna nella grotta, giovane uomo.

Come puoi ascoltare le grida di dolore della foresta, mentre i cinghiali si muovono attraverso gli alberi?

Io siedo qui col mio corpo morente ad ascoltare le grida disperate della foresta, mentre aspetto che quella donna venga allo scoperto!

Quanto sogno il momento in cui potrò affondare le mie zanne nella sua testa!

Ashitaka: Moro, esiste un modo affinché la foresta e gli umani possano coesistere senza conflitti?

E' proprio vero che non c'è alcuna altra possibilità?

Moro: Gli umani non fanno altro che crescere continuamente di numero.

In breve tempo saranno arrivati perfino qui.

Ashitaka: Cosa pensi di fare di San?

Pensi di abbandonare anche lei?

Moro: Tipico di un umano. Un'idea così egocentrica.

San è una di noi. Quando la foresta morirà, lei morirà con noi.

Ashitaka: Ma quella ragazza è umana!

Moro: Zitto, giovane uomo!

Come puoi pensare di comprendere le sfortune di quella ragazza?

Quella ragazza è stata gettata via dagli umani e si è unita a noi!

Incapace di diventare completamente umana o cane di montagna...

...lei è la mia amata, orribile, glabra bambina!!

Puoi salvare una ragazza del genere?

Ashitaka: Non lo so.

Ma so che possiamo vivere insieme.

Moro: (ride) In che modo potreste vivere insieme?

Combatteresti gli umani con San al tuo fianco?

Ashitaka: No! Ciò aumenterebbe soltanto l'odio e il dolore!

Moro: Giovane uomo, non c'è niente che tu possa fare.

Alla fine tu sarai consumato dalla maledizione. Vattene da qui.


Inutile dire che sia nel doppiaggio italiano, sia nei sottotitoli inglesi/italiani, questo dialogo è piuttosto stravolto. Basta pensare solo al nucleo di battute riguardanti la storia di San: in italiano Moro dice che inseguiva i suoi genitori nella foresta, loro l'hanno abbandonata e lei l'ha tirata su come sua figlia; in realtà tutti questi risvolti drammatici non esistono (e quindi anche le motivazioni di San, se necessario, non trovano alcuna radice in un'ipotetica "vendetta" nei confronti degli umani come traspare dalla versione italiana). O le prime due o tre batture, dove Moro in italiano dice: "Potresti saltare giù, e farla finita; appena avrai riacquistato le forze, la maledizione ti consumerà..."; e subito dopo pare che Moro e Ashitaka parlino due lingue diverse, visto che lei dice: "Avrei voluto sentirti piangere e disperarti, così ti avrei lacerato la gola per farti stare zitto!" e subito Ashitaka dice: "E' una bellissima foresta..." mentre la battuta di Moro: ``Cosa guardi?'', è scomparsa... un dialogo del genere pare una scenetta comica!

Tralasciando tutto il resto, passiamo al finale, che è veramente spettacolare: alla fine infatti, Eboshi pare convertirsi tutto all'improvviso, e decide di "... vivere nel rispetto della natura, in armonia con gli spiriti...", mentre in realtà prima ironizza sul fatto che sia stata salvata proprio da un lupo, e poi chiede di portarle Ashitaka per ringraziarlo; infine dice qualcosa del tipo: "... ricostruiremo ancora più bella la nostra città del ferro...". Altro che convertita...

Ecco la traduzione forse più fedele (sempre da Vittorio Bertola 1999):

Eboshi: Mi vergogno così tanto...

Eboshi: Salvata sulla groppa di un cane di montagna.

Voglio ringraziarlo.

Qualcuno vada a chiamare Ashitaka.

Voi tutti, ricominciamo da capo!

Faremo di questo un buon villaggio!


Infine proprio l'ultima battuta, del vecchio Jiko Bou (il vecchio monaco mandato dall'imperatore a cacciare la testa del dio cervo): in italiano dice: "la vita vince sempre", mentre invece la battuta corretta sarebbe: "... mi arrendo, non posso vincere contro gli stupidi". Come dire, dal giorno alla notte...

A questo punto sorge però una domanda inquietante: perché in inglese questa volta la traduzione è giusta!? Perché se la partitura inglese è quella che è stata seguita, qui, per esempio, la traduzione italiana (sottotitoli e doppiaggio) è diversa?!

Rimane solo da sperare che in futuro maturi una più adeguata sensibilità su questi temi, anche se c'è poco da sperare.

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